«Contribuzione previdenziale slegata dal reddito», sos degli avvocati

«Contribuzione previdenziale slegata dal reddito», sos degli avvocati
di Giuliana Covella
Domenica 9 Luglio 2017, 16:42
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Cassa di Previdenza e assistenza forense, «la contribuzione previdenziale slegata dal reddito è illegittima». È quanto emerso dall'Assemblea straordinaria degli iscritti “4 luglio”, tenutasi al Palazzo di Giustizia di Napoli. «Occorre collegare l'obbligo della contribuzione al reddito - è stato il grido d’allarme lanciato dagli addetti ai lavori - viceversa si creerà una nuova sacca di povertà nella professione forense».

«Non è possibile fingere di non vedere la violazione di diritti costituzionalmente garantiti», tuona Argia di Donato, legale del Foro di Napoli e presidente dell'associazione Nomos Movimento Forense, che ha impugnato innanzi al giudice del Lavoro la cartella di pagamento emessa da Equitalia Sud S.p.a. per conto di Cassa Forense. «Non è una battaglia personale – aggiunge – ma riguarda l'intera categoria con particolare riferimento alle migliaia di giovani avvocati dinanzi ai quali oggi c'è solo la cancellazione dall'Albo professionale. Abbiamo chiesto sulla questione che la magistratura si pronunci e sarebbe utile che tutti i colleghi proponessero ricorso».

Sul piano tecnico è intervenuto Alfonso Emiliano Buoniuto, procuratore della Di Donato che, nel ricorso, ha posto la questione di legittimità costituzionale sul punto, chiedendo nel contempo la sospensione dell'esecutività della cartella di Equitalia (peraltro senza ottenerla, dato che il giudice ha rigettato l'istanza di sospensione), evidenziando il «grave danno che una esecuzione forzata produrrebbe alla ricorrente». Buonaiuto ha, infine, rilevato la «palese contraddizione tra le asserzioni di Cassa Forense sulla legittimità del proprio operato in sede di giudizio e le dichiarazioni pubbliche rese dal presidente di Cassa Forense sulla irragionevolezza e “ingiustizia” della normativa (articolo 21, comma 8-9 Legge 247/2012 e Regolamento di attuazione)». «Sarebbe dunque il caso di rivedere e correggere il ruolo della Cassa Forense estendendo il concetto di solidarietà anche ai più deboli», ha concluso.