Giustizia per Ibrahim: raccolta fondi per coprire le spese del rimpatrio

Giustizia per Ibrahim: raccolta fondi per coprire le spese del rimpatrio
di Andrea Ruberto
Mercoledì 26 Luglio 2017, 21:56
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Lanciata una raccolta fondi per coprire le spese del rimpatrio di Ibrahim, il ventiquattrenne originario della Costa d’Avorio, morto nella notte tra il 9 e il 10 luglio. «Stiamo portando avanti un'attività importantissima per consentire alla salma di tornare in Africa - ha dichiarato Luigi De Magistris, sindaco di Napoli - Il Comune è in prima linea, per Ibrahim, così come per qualsiasi altra persona di fronte a un presunto caso di malasanità o, come in questo caso, anche qualche atteggiamento discriminatorio nei suoi confronti».

A stroncare la vita del giovane ivoriano, secondo molti, sarebbero stati infatti, più che la malattia, il razzismo e la malasanità. Ibrahim si è spento all’ospedale Loreto Mare dopo una tremenda agonia, iniziata la mattina del giorno prima, quando si era recato al pronto soccorso per dei forti dolori al basso ventre. Rimandato a casa nel giro di due ore con una siringa, il ragazzo ha accusato nuovamente dolori quella stessa sera. In compagnia di suo fratello Bakary e di alcuni amici accorsi in suo aiuto, Ibrahim si è dovuto scontrare con un muro di discriminazione. Agonizzante, piegato in due dal dolore, il ragazzo si è visto negare aiuto da un farmacista, da un tassista e da due volanti, in attesa di un’ambulanza che non sarebbe mai arrivata. Quando è finalmente giunto al Loreto Mare non c’è stato più nulla da fare per lui.

Immediata la mobilitazione della comunità dei migranti, sostenuti dagli attivisti dell’Ex Opg di Materdei, dove il giovane riceveva assistenza presso lo sportello legale per ottenere il permesso di soggiorno. Un gremito corteo multirazziale è giunto in prefettura per chiedere verità e giustizia per Ibrahim. Secondo i primi risultati dell’autopsia, disposta dal tribunale a distanza di dieci giorni dalla morte, il decesso sarebbe avvenuto a seguito di una perforazione dovuta a un’ulcera duodenale. Si tratta delle prime risultanze di parte, ma evidenziano che, forse, la sua morte sarebbe stata evitabile se i soccorsi fossero stati tempestivi. Sembra inoltre che Ibrahim, al suo secondo ricovero in ospedale, sia stato classificato codice giallo, prolungando per ore la sua agonia.

«Fin dal primo momento ho fatto un appello affinché le istituzioni preposte a individuare le cause del decesso, lo facciano fino in fondo, è chiaro che ci vorrà tempo» ha affermato De Magistris. Ibrahim parlava cinque lingue e nel suo tempo libero frequentava l’ex Opg, aiutando i migranti appena giunti nei centri di accoglienza straordinaria. I ragazzi del centro sociale hanno organizzato una serata benefit in suo onore, al fine di raccogliere i 4mila euro necessari per riportare il corpo in Africa, dalla sua famiglia. Un’iniziativa di solidarietà che reclama giustizia, sposata fortemente anche dal sindaco promotore di una raccolta fondi all'interno del comune per coprire le spese del rimpatrio «Ho trovato entusiasmante la partecipazione economica che è stata messa in campo. Al di là del livello istituzionale del Comune, della gente che ha voluto contribuire economicamente per consentire il rientro della salma in Africa».