Omicidio a Marigliano. La «legge» dei nuovi clan: avanza la faida

Omicidio a Marigliano. La «legge» dei nuovi clan: avanza la faida
di Carmen Fusco
Lunedì 8 Febbraio 2016, 12:15
3 Minuti di Lettura

Marigliano. Dentro quale pericoloso giro si era messo e soprattutto a chi, Francesco Esposito aveva pestato i piedi? A 48 ore dalla sua morte i carabinieri indagano alacremente per ricostruire i contorni dentro i quali è maturato l'ennesimo omicidio del napoletano, l'ennesima morte che interroga sui nuovi scenari criminali che si stanno prefigurando e sulle misure di prevenzione da adottare per scongiurare una mattanza che non conosce battute d'arresto.

Pregiudicato per reati di droga, 33 anni, una moglie due figli, due bimbi di 12 e 7 anni che vivevano con lui in quell'appartamento del rione Pontecitra a Marigliano dove nella notte tra venerdì e sabato scorso Francesco Esposito è stato freddato con un colpo di pistola. I carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Castello di Cisterna, diretti dal capitano Tommaso Angelone, lavorano alla pista della contesa tra clan emergenti per la piazza dello spaccio e di altri affari illeciti, prima gestiti dai clan storici della zona come i Mazzarella ed i Castaldo. Ma intanto si concentrano sulle ultime ore di vita di un personaggio che di certo non ha mai avuto un ruolo da protagonista sul palcoscenico della criminalità organizzata.
 



Si passano al setaccio i tabulati telefonici della vittima e si ascoltano le testimonianze della moglie, compreso il racconto sugli attimi che hanno spazzato via la vita del marito. Venerdì, qualche minuto prima della mezzanotte, Francesco Esposito sale le poche scale che portano a casa sua: Apri, dice alla moglie che risponde al citofono. Ma lei non farà in tempo a vederlo vivo. Dal buio sbuca una persona che gli punta la pistola contro e gli spara. Un solo colpo, con la calibro 9. Mira precisa e sangue freddo, il sicario centra senza errori il bersaglio raggiungendolo al torace.Sarà l'autopsia a dire definitivamente con quanta precisione il «lavoro» sia stato sbrigato. L'esame, che sarà effettuato nei prossimi giorni, aiuterà anche gli investigatori a stabilire la traiettoria del colpo e, quindi, il luogo esatto dal quale il killer venuto dall'ombra ha premuto il grilletto.

Un professionista, senza dubbio, al quale non erano sconosciute le abitudini della sua vittima. Resta da capire sei i due si conoscessero e se il regolamento di conti fosse direttamente tra l'assassino ed Esposito.Non si esclude nulla ma si propende per la faida tra gruppi emergenti, tra giovani criminali che, senza indugiare sulle condanne a morte, cercano di occupare spazi e scalare posizioni di vertice. Le prossime ore aiuteranno sicuramente a chiarire un giallo che dal quartiere della ricostruzione post terremoto, uno dei feudi scelti dai clan napoletani che negli anni hanno allargato i tentacoli sulla sterminata provincia napoletana, potrebbe portare direttamente al capoluogo, a Napoli, alla città più insanguinata d'Italia.
Si cercano dettagli e particolari ma è dall'attività di intelligence, dalla conoscenza di ogni personaggio e di ogni dinamica criminale della zona, che gli investigatori riusciranno a chiudere il cerchio sull'ultimo episodio che ha terrorizzato il territorio, che ha gettato nuove ombre su di un quartiere, quello di Pontecitra dove c'è chi le armi le nasconde sotto le Madonne.

© RIPRODUZIONE RISERVATA