Ancora un omicidio nel Napoletano, giovane ucciso all'interno di un bar

Melito. Il bar Royal dove è avvenuto l'omicidio
Melito. Il bar Royal dove è avvenuto l'omicidio
di Mariano Fellico
Martedì 5 Gennaio 2016, 17:20 - Ultimo agg. 6 Gennaio, 12:21
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MELITO - Primo omicidio del 2016, a 5 giorni dall'inizio del nuovo anno. Un giovane di 24 anni Luigi Di Rupo, è stato ucciso oggi,  poco dopo le 16 a Melito.
Ancora non chiari i dettagli della sparatoria. Secondo una prima ricostruzione dei fatti sembra che il giovane fosse inseguito da quattro killer armati, a bordo di due scooter e  che si sia rifugiato nel bar Royal in via Po, sperando di sfuggire all'agguato.

Un tentativo inutile perchè il commando non ha esitato a far fuoco nonostante nel bar ci fossero alcuni clienti. L'uomo è stato raggiunto da diversi proiettili, uno lo ha raggiunto al fianco e un altro al capo - un altro bossolo è stato rinvenuto a terra - ed è stramazzato a terra in un lago di sangue vicino alla porta del bagno. Solo dopo qualche ora è stato possibile identificare la vittima perchè Di Rupo, pregiudicato per detenzione di armi, originario di Mugnano ma residente a Melito non aveva documenti con sè. Inutili i tentativi di soccorso, l'uomo è morto sul colpo.
 



Terrore tra i clienti del locale che stavano comprando caramelle e dolci per le calze della Befana. In molti si sono nascosti per paura di essere colpiti anche loro dai proiettili dei killer. Le modalità dell' omicidio fanno pensare ad un agguato di stampo camorristico.  Sul posto i carabinieri di Giugliano e Castello di Cisterna, che hanno avviato le indagini per chiarire il movente e  la dinamica dell'omicidio. Sono giunti sul luogo dell'agguato anche alcuni familiari tra cui la sorella del giovane che, come si è detto, è il primo morto ammazzato nel Napoletano del 2016.

Il giovane era imparentato con il capozona di Melito del clan Amato-Pagano e - secondo gli investigatori - era vicino al clan di Secondigliano, i cosiddetti scissionisti, fuoriusciti del clan Di Lauro. Il suo omicidio potrebbe inquadrarsi nella lotta tra i clan camorristici dell'area Nord per il controllo delle piazze di spaccio, ma al momento non si possono escludere altre piste.
 



Luigi Di Rupo, non era un nome nuovo per le forze dell'ordine. Lo scorso 7 febbraio, infatti il 24enne fu sorpreso ed arrestato insieme ad altre nove persone nel corso di un blitz messo a segno dalla polizia - grazie ad una soffiata - all'interno di un appartamento nel cuore dei Decumani, dove si erano dati appuntamento un gruppo di presunti camorristi per tenere un vertice che avrebbe dovuto siglare un patto di ferro tra gli uomini della Vannella Grassi e della famiglia Sibillo, considerati i nuovi «padroni» del centro storico.

Nel corso del blitz gli agenti del Commissariato Decumani (diretto da Aldo Mannella) fecero irruzione in un appartamento al terzo piano di un palazzo che si trova in via Santi Filippo e Giacomo ed arrestarono dieci pregiudicati - tra cui anche Luigi Di Rupo - molti dei quali erano anche armati: inutilmente tentarono di disfarsi di tre pistole gettandole da una finestra, poi recuperate dagli agenti nell'androne dello stabile. Tra i partecipanti c'era anche un appartenente al gruppo criminale Sibillo, la cosiddetta «paranza dei bambini» (per la giovane età degli appartenenti) di Forcella.

Il blitz rappresentò un duro colpo per il nuovo cartello criminale cui gli arrestati stavano per mettere il sigillo finale attraverso un accordo trasversale che ridisegnava nei fatti la mappa della camorra cittadina. Una soffiata aveva consentito agli investigatori di predisporre un accurato (e invisibile) dispositivo di presidio della zona in cui, di lì a poco, si sarebbe dovuto tenere il summit. Giunti sul posto gli agenti notarono l’improvvisa fuga di un giovane seduto vicino all’ingresso di un vicolo per immaginare che fosse verosimilmente una vedetta e che quello fosse il luogo in cui si stava tenendo il vertice.


 

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