Ospedale del Mare, a Napoli
ecco i primi tre reparti

Ospedale del Mare, a Napoli ecco i primi tre reparti
di Gerardo Ausiello
Martedì 13 Dicembre 2016, 08:29 - Ultimo agg. 14 Dicembre, 09:01
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Ha rischiato di restare un cantiere eterno, una delle tante incompiute in un Paese strozzato dalla burocrazia e dai contenziosi. E invece l'Ospedale del Mare esiste, non è più solo un progetto sulla carta o uno scheletro da contemplare impotenti. Certo, per completarlo ci sono voluti dodici anni, il doppio dei fondi previsti (386 milioni) e tre amministrazioni regionali: quella Bassolino, che avviò i lavori, quella Caldoro, che li ha fatti ripartire grazie anche agli sforzi del commissario ad acta Ciro Verdoliva, e quella guidata da De Luca (protagonista ieri di una polemica a distanza con il governatore leghista Zaia), che li ha completati e che taglierà il nastro.
 

di Oscar De Simone

L'appuntamento è per domani mattina, quando apriranno finalmente i battenti i primi tre reparti: la radiologia, la radioterapia e la dialisi. Per tutto il resto bisognerà attendere invece marzo 2017. Sarà allora che, salvo nuovi imprevisti, diventerà operativo il pronto soccorso, con gli altri reparti ad esso collegati. Il Mattino è entrato in anteprima nelle unità funzionali che tra qualche giorno inizieranno ad ospitare i pazienti: non quelli ospedalizzati, perché appunto ciò sarà possibile con il pronto soccorso, ma quelli smistati dalla rete territoriale dell'Asl Napoli 1, di cui l'Ospedale del Mare fa parte, e dell'Asl Napoli 3 (soprattutto abitanti del Vesuviano, oggi costretti a percorrere molti chilometri per ricevere adeguata assistenza).

Già muovendo i primi passi all'interno della struttura ci si rende conto che questo nosocomio, seppur progettato molto tempo fa, ha una dotazione tecnologica all'avanguardia (il cui costo complessivo è pari a circa 35 milioni). Soprattutto all'interno della radiologia: qui sono state sistemate due Tac, quattro sale di diagnostica tradizionale (per le radiografie) grazie alle quali sarà possibile avere le immagini digitali e non necessariamente stampate, e ancora due risonanze di ultima generazione (una delle quali ha a disposizione un pacchetto con software per diagnosi neuroradiologiche), un mammografo (per gli screening al seno), un ortopantomografo (utile per le radiografie panoramiche, impiegato soprattutto dagli odontoiatri) e una moc (mineralometria ossea computerizzata) adoperata per misurare la densità ossea.

Importanti anche le attrezzature per la radioterapia: si tratta di due acceleratori lineari allestiti rispettivamente per l'irradiazione al cranio e in tutto il corpo, quest'ultimo con una sorgente specifica per la brachiterapia (il trattamento dei tumori della pelle). E poi un gioiello della tecnologia: la Tac di centraggio, che permette di ricostruire con un'immagine tridimensionale la parte del corpo da irradiare attraverso una sorta di rendering. Quanto alla dialisi, il presidio dispone di quattro postazioni fisse e altrettante mobili, che verranno utilizzate anche in pronto soccorso. In questo modo sarà possibile trattare i pazienti sia in day hospital che in emergenza.

Non è stato facile arrivare fino a questo punto. Oltre alle lungaggini burocratiche, agli ostacoli tecnici non di poco conto (il nosocomio sorge al confine con la zona rossa e poggia su una ingegnosa struttura antisismica) e al complesso contenzioso con le ditte vincitrici dell'appalto (capofila Astaldi), l'Ospedale del Mare è diventato persino terreno di scontro politico durante la campagna elettorale delle Regionali. Poco prima del voto Caldoro aveva infatti inaugurato alcuni ambulatori, attualmente attivi, suscitando l'ira di De Luca, che lo ha accusato di aver fatto passerella e di aver aperto solo una portineria.

Proprio per tentare di recuperare il tempo perso nel cantiere è stato schierato un esercito di operai: in media 350, con punte di oltre 400, che hanno lavorato senza sosta - con il supporto di una struttura del provveditorato alle opere pubbliche, composta da 20 tra tecnici e amministrativi, e di un gruppo tecnico di 10 unità delle ditte vincitrici dell'appalto - per completare le opere nei 21mila metri quadrati occupati dai tre reparti in questione e che sono ancora impegnati per definire gli ultimi dettagli nel resto del presidio. Anche il pronto soccorso è praticamente completo (a parte le attrezzature), ma si è deciso di adottare la strategia dell'entrata in funzione per blocchi in primis perché sarebbe stato difficile aprire l'intero ospedale contemporaneamente e poi perché c'è bisogno di più tempo per reclutare il personale (da selezionare attraverso concorsi ad hoc e mobilità tra le strutture).

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