Sanità, parentopoli in Campania
No turn over e infermieri in affitto

Sanità, parentopoli in Campania No turn over e infermieri in affitto
Martedì 25 Aprile 2017, 00:00 - Ultimo agg. 00:05
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Sono centinaia gli infermieri utilizzati in Asl e ospedali della Campania tramite agenzie interinali selezionate con bandi e avvisi pubblici. Un modo per tappare le falle nell’assistenza prodotte dal blocco del turn-over dovuto al Piano di rientro dal deficit. In totale parliamo di circa 180 unità impiegate nell’azienda dei Colli (Monaldi, Cotugno e Cto), 71 al Cardarelli in corsia da oltre tre anni (oggi scesi a 68), ma a decine e decine se ne contano anche a Caserta (Asl e ospedale), al Santobono, alla Asl Napoli 2 nord, ad Avellino e nelle altre province. Il dossier sulle anomalie di questi contratti redatto dai Verdi è stato messo a punto anche grazie alle segnalazioni del Movimento infermieri campani guidato dal presidente Fabio D’Angelo che si batte per favorire i concorsi e il rientro in Campania di infermieri e altro personale già vincitore di concorso in altre regioni.

I trasferimenti per mobilità dovrebbero avere la precedenza anche se negli ultimi anni a complicare tali rientri è intervenuta la necessità del preventivo nulla osta dell’azienda di provenienza. Ciò per evitare vuoti di organico. Un elemento chiave è che tali rientri si configurano come trasferimenti di contratti già in essere. Per gli infermieri, come per i medici, dunque, non è previsto in questi casi - come chiarito da diversi pronunciamenti della Cassazione – un nuovo concorso ma solo un raffronto dei titoli e altri carichi familiari laddove invece, spesso e volentieri gli avvisi istruiti dalle aziende campane attribuiscono un perso preponderante alle prove e ai colloqui individuali. Oltre a questo scoglio sulla mobilità si frappone anche l’ostacolo del ricorso alle agenzie interinali. Qui oltre alle ombre su favoritismi e presunti tentativi di stabilizzare personale assunto a chiamata diretta e senza concorso (come paventato per il Monaldi), ci sarebbe anche una lievitazione dei costi. Nel dossier dei Verdi e del Movimento infermieri, viene preso ad esempio la gara che ha indetto il Cardarelli di Napoli per reclutare, quattro anni orsono, 76 infermieri per una spesa di oltre 16 milioni per tre anni. I costi, per singolo infermiere, sarebbero di oltre 70 mila euro laddove, per assumere a tempo indeterminato, basterebbe meno della metà. «Un Cud di un infermiere – avverte D’Angelo - con tutte le indennità non va quasi mai oltre la soglia dei 30mila euro». 

In realtà il Cardarelli, «per tale personale – spiega il manager Ciro Verdoliva - aveva avuto una autorizzazione specifica per un periodo limitato per fronteggiare il problema contingente delle barelle al pronto soccorso e nei reparti. A settembre scorso – continua Verdoliva - una circolare della Regione chiarì a tutti che era opportuno utilizzare altre forme di reclutamento a evidenza pubblica, alternative agli interinali. Io, appena insediato alla guida del Cardarelli, proprio alla luce delle precedenti autorizzazioni, chiesi lumi agli uffici. Come Cardarelli fummo autorizzati ad andare avanti con una deroga ma con l’impegno ad azzerare entro quattro anni tale utilizzo nella misura del 25% ogni anno. E infatti stiamo reclutando infermieri tramite avvisi e concorsi a tempo determinato e indeterminato. La lievitazione dei costi? La gara originaria era ben istruita, e il calcolo riguarda un utilizzo a tempo pieno di tutte le unità a prescindere da ferie, permessi e malattia. Ogni giorno possiamo contare su quel personale senza defezioni». 

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