Pasqua a Napoli, dopo 160 anni torna nel Venerdì Santo la processione del Gesù morto e dell’Addolorata

Quaranta, tra uomini e donne, vestiti di nero. Tutti a lutto, col volto coperto dalla buffa

La processione
La processione
di Vincenzo Cimmino
Venerdì 29 Marzo 2024, 21:55 - Ultimo agg. 30 Marzo, 10:00
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Procede lenta la processione del Gesù morto e dell’Addolorata, a Napoli. Prosegue piano per le vie del centro città. Sono passati 160 anni dall’ultima volta che i napoletani hanno partecipato al momento religioso. Era il 1864. Era un’altra epoca, in un regno appena nato. Oggi, 160 anni dopo, il priore dell’Arciconfraternita del SS. Crocefisso, anche detta “della Sciabica”, di concerto con il parroco della basilica di san Lorenzo Maggiore, fra Domenico, ha deciso di ridare vita all’antica tradizione. Così, intorno alle 17, i confratelli sono uscito dalla Sciabica.

Quaranta, tra uomini e donne, vestiti di nero.

Tutti a lutto, col volto coperto dalla buffa, per essere irriconoscibili. Sono usciti in silenzio, portando a spalla il Gesù morto. Lo hanno fatto incontrare con l’Addolorata, all’uscita della basilica di san Lorenzo. Uno spettacolo d’altri tempi. Una scenografia forte, dal grande impatto.

«Dopo 160 anni, riportiamo in vita questa antica tradizione. – dicono i confratelli, che preferiscono rimanere anonimi – L’ultima volta è stata nel 1864. Celebriamo la solennità e una tradizione ripresa. Dobbiamo parlarne. Siamo qui per celebrare la morte di Cristo, con il Gesù morto e l’Addolorata. Una Tradizione che avevamo dimenticato e finalmente riprendiamo in mano questa importantissima tradizione. Un giorno bello e importante».

«Oggi, Venerdì Santo, vivremo il momento della processione – commenta fra Domenico, parroco della basilica di san Lorenzo – con la congrega del SS. Crocifisso, detta anche “della Sciabica”. Erano 160 anni che la processione non si vedeva nel cuore della città. La statua dell’Addolorata è stata anche ristrutturata quest’anno per riprendere questa processione. Il Venerdì Santo è uno dei momenti più toccanti della nostra tradizione. Dobbiamo far capire anche ai turisti che in città vive ancora un popolo cristiano». La Processione, dopo aver solcato le strade del centro città, facendo tappa a san Gregorio Armeno, a via Duomo, all’Anticaglia e a via del Sole, è rientrata nell’Arciconfraternita. Più tardi, poi, ha raggiunto la via Crucis in piazza del Gesù. La Street Crucis. Un momento di innovazione della tradizione voluto dall’Arcivescovo don Mimmo Battaglia.

 

Una via Crucis con i giovani, per i giovani. A fare da scenario piazza del Gesù, scelta non casuale. In piazza, lo scorso 6 settembre, si sono svolti i funerali di Giovanbattista Cutolo, giovane vittima di una rabbia cieca e senza senso. La grande novità della Street Crucis sta nella reinterpretazione delle 14 stazioni. Sono stati chiamati 14 artisti, che nello stesso pomeriggio del Venerdì Santo hanno creato 14 diversi dipinti, uno per ogni stazione. È stato un momento molto commovente. Hanno aderito all’iniziativa Biodpì, Nuru B, Olivieri JSD, Ancelo191, Vittorio Valiante, Trisha, Antonio Sena, Teso 1, La 180, Carlo Latino 1785, Amed, Golaone, A_Mo e Dubbio.

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«I giovani della Chiesa di Napoli hanno preso il testimone di quel grido lanciato dall’Arcivescovo di Napoli ai funerali di GiòGiò Cutolo, “Restate!”. – aggiunge don Federico Battaglia, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Giovanile – Restare per piantare solidarietà, fraternità, giustizia. Questo è un momento di restituzione di quel dialogo con i giovani impegnati nella GMG di Lisbona dello scorso anno. Questa iniziativa ha anche il grande valore di dare risalto al grande impegno di formazione verso i ragazzi, lanciato da don Mimmo Battaglia. Ma anche portare la testimonianza dell’impegno nel sociale delle parrocchie, delle cooperative. Un lavoro che sia orientato verso la cultura e giovani attenti nel sociale verso gli ultimi, con le iniziative rivolte ai fragili, agli emarginati».

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