Fermati tre pescatori di datteri
«Danneggiati i fondali di Napoli»

Datteri ed attrezzature per la pesca di frodo
Datteri ed attrezzature per la pesca di frodo
di ;Massimiliano D'Esposito
Martedì 11 Ottobre 2016, 13:54
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Questa mattina, dopo un’accorta e prolungata attività di intelligence del Nucleo di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia è scattata un’operazione che ha portato al sequestro di quasi 100 chilogrammi di datteri di mare, il cui valore sul mercato nero è di circa 10mila euro. Come ben noto, si tratta di un prodotto che sarebbe stato venduto a prezzi molto elevati non nei normali canali commerciali, ma ai privati o a ristoranti di pregio.

I militari della Capitaneria di Porto stabiese, comandata dal capitano di fregata Guglielmo Cassone, all’alba hanno fatto scattare il blitz in località Acqua della Madonna, cogliendo in flagranza di reato tre uomini, L.S. di 56 anni, D.L. di 35 anni e D.G.A. di 58 anni, già pregiudicati per analoghi reati, i quali rientravano da una battuta di pesca abusiva realizzata sui fondali della penisola sorrentina. I tre sono stati sorpresi con l’ingente quantitativo di molluschi protetti e tutto l’equipaggiamento necessario per pescare e devastare la costa, tra cui bombole, utensili vari (pinne, torce elettriche subacquee, caschi di protezione subacquei, manichette di respirazione), per un valore totale di circa 15mila euro, oltre a alcune pietre asportate con sedimenti corallini. Sequestrata anche l’imbarcazione da diporto utilizzata per raggiungere le località della costiera da “saccheggiare”, nonché il potente motore fuoribordo installato sul motoscafo, della potenza di quasi 100 cavalli.

I tre sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per una serie di reati tra cui ricettazione e danneggiamento ambientale. L’operazione di stamane, che rientra in una più ampia attività di indagine che la Guardia Costiera sta portando avanti a tutela della salute pubblica, ha ancora una volta dimostrato il danno ambientale che si procura alla flora ed alla fauna marina nell’attività di estrazione illegale del dattero di mare, in quanto si tratta di un mollusco bivalve che cresce all’interno di buchi che scava nella roccia sommersa, motivo per cui per estrarli è necessario distruggere e devastare interi tratti di costa, che ricadono nella splendida cornice dell’Area marina protetta di Punta Campanella.

Il comandante Cassone ha colto l’occasione per dichiarare che il danno ambientale alla costa derivato dalla pesca di questo quintale di datteri è enorme e si ripercuote non solo sul delicato ecosistema marino, ma anche sulla bellezza delle nostre coste e dei nostri fondali, in quanto per poterli “pescare” bisogna frantumare le rocce con inevitabili danni ambientali in quanto vengono impiegati anche dei martelli pneumatici particolarmente distruttivi. I consumatori di datteri marini dovrebbero essere coscienti della gravità della loro azione e del fatto che, oltre a pagare prezzi incredibilmente elevati i molluschi (probabilmente oltre i 100 euro al chilo), si corrono pericoli di pesanti sanzioni e si concorre a distruggere l'ambiente.