Pianura, gas nocivo dalla discarica, la protesta dei residenti: «Noi costretti a chiuderci in casa»

L'ingresso della discarica di Pianura
L'ingresso della discarica di Pianura
di Gennaro Pelliccia
Giovedì 19 Ottobre 2017, 08:41 - Ultimo agg. 09:38
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Basta guardare questo video di 15 secondi per capire che le preoccupazioni e le proteste degli abitanti di via Montagna Spaccata, altezza civico 540, a ridosso di Contrada Pisani, sono fondate e giustificate.
 



Una, due fumarole che “sputano” fumo grigiastro su tutta la zona,  che emanano esalazioni, puzzolenti, acri, irrespirabili,  tanto da costringere i residenti a chiudersi in casa rinunciando anche a portare i propri figli a scuola: è questo lo scenario che si presenta arrivando nei pressi della ex discarica detta “Zampaglione”. Una vasta area di terreni di proprietà, appunto,  di una parte della famiglia Zampaglione ma che, con decreti prefettizi del 1968 e del 1976 prima e con decreto del sindaco di Napoli del 1983 poi, furono occupati dal comune per «l’ampliamento della stazione di sversamento rifiuti di Pianura».
 
 

E da ieri i residenti sono scesi nuovamente in strada, perché il fenomeno si ripete sempre, ciclicamente: «Non possiamo più vivere con la certezza che ogni sei mesi, l’autocombustione, che avviene nel sottosuolo stracolmo di rifiuti, inneschi la diffusione di questi gas maleodoranti e dannosi per chiunque li respiri», tuona Fabio Sebillo, portavoce della protesta. «Sono siti che vanno bonificati, coperti, messi in sicurezza. Operazioni che tutti gli amministratori di questa città, di qualsiasi colore politico, nel corso degli anni, hanno promesso, ma mai fatto realizzare», conclude Sebillo.

«Siamo ancora in attesa di conoscere i risultati  delle indagini effettuate nel 2016 e previste dalla convenzione tra il ministero dell’Ambiente e il comune di Napoli», aggiunge un altro residente. «Si doveva capire se nelle zone in cui erano stati segnalati elementi di criticità con presenza di metalli pesanti e di liquidi, ci fossero, ad esempio, bidoni interrati, ma anche di appurare se c’era ancora percolato. Non so se i risultati sono mai stati prodotti, una cosa è certa: noi non siamo mai stati informati di nulla».

Intanto il consigliere della IX municipaltà, Massimo Carandente, ha inviato varie comunicazioni al gabinetto del sindaco, al vicesindaco, alla protezione civile comunale e regionale, alla unità operativa prevenzione collettiva della Asl Napoli 1,  chiedendo «d’intervenire con urgenza per ottemperare a tutte le prescrizioni per la salvaguardare soprattutto la salute dei cittadini che vivono vicino a quella zona».  Segue la vicenda anche il consigliere comunale Marco Nonno, ieri sera presente sul posto.

Stamattina sono attesi in via Montagna Spaccata, pale meccaniche e automezzi in grado, almeno per il momento,  di chiudere definitivamente le crepe fumanti della discarica.

 

 

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