Piazza Garibaldi, De Iesu: «Blitz senza tregua, cacceremo i delinquenti»

Piazza Garibaldi, De Iesu: «Blitz senza tregua, cacceremo i delinquenti»
di Paolo Barbuto
Venerdì 29 Settembre 2017, 08:31 - Ultimo agg. 12:26
4 Minuti di Lettura
«Nella zona della Ferrovia la situazione è preoccupante», non usa giri di parole il questore di Napoli per raccontare il suo punto di vista sul caos-Garibaldi all'indomani delle aggressioni agli agenti e dell'ultima esplosione di violenza. Ma Antonio De Iesu è poliziotto vero, non è tipo da perdere tempo per pensare cosa fare: da stamattina la zona della ferrovia verrà investita da un'azione «massiva» per usare le parole del questore che servirà a lanciare un messaggio ai delinquenti: quell'area non appartiene a voi ma allo Stato.
 


Quali saranno le modalità dell'intervento?
«Saremo in massa sul territorio. Replicheremo l'operazione che abbiamo già fatto ad agosto con il contributo dei carabinieri e della polizia municipale. Mostreremo che lì, come in tutte le altre zone di Napoli, non si può delinquere e pensare di farla franca».
Eppure gli eventi delle ultime settimane parlano di una situazione emergenziale
«Si tratta di un'area sensibile. C'è una altissima concentrazione di extracomunitari che, ovviamente, non sono tutti delinquenti, anzi per la maggior parte sono persone che lavorano e cercano una vita tranquilla. Solo che in mezzo a quelle centinaia di persone è più facile che si annidi anche chi pensa di delinquere».
I residenti sono impauriti e arrabbiati.
«C'è stato un Comitato per l'Ordine e la Sicurezza durante il quale abbiamo ascoltato i residenti. Abbiamo deciso di essere più presenti sul territorio. Lo stiamo già facendo, continueremo a farlo con maggiori forze e maggior insistenza».
Ma l'intervento massivo durerà poco. Poi i delinquenti torneranno padroni di piazza Garibaldi.
«No, no, sbaglia chi pensa che sarà così. Saremo presenti con costanza nel tempo. Certo non ci sarà un'operazione di massa ogni giorno, ma saranno frequenti e il messaggio arriverà chiaro».
Qual è il messaggio che volete inviare?
«Che quella non è una zona free, libera, dove ognuno può fare ciò che gli pare. Quando si accorgeranno che siamo presenti con costanza e in forze in quell'area, capiranno che è meglio andare via. Lo capiranno certamente. Del resto basterà che la voce si sparga e gli extracomunitari che hanno qualcosa da nascondere smetteranno di presentarsi a piazza Garibaldi e nella zona della Ferrovia».
Ma non smetteranno di delinquere. Il problema si sposterà solo altrove.
«Qui stiamo parlando della necessità di dare un segnale su quell'area, e anche di restituire serenità ai cittadini della zona. Ovviamente le attività investigative non si fermeranno, proseguiranno seguendo i delinquenti ovunque tenteranno di spostarsi. Ma in questo caso la situazione è emergenziale perché lì possono radunarsi in massa».
Insomma, è la quantità di persone che rende più difficile il controllo del territorio.
«Laddove si concentrano quotidianamente centinaia di persone, si crea l'humus ideale per far crescere la delinquenza. La massa consente a chi vuol delinquere di nascondersi, di diventare poco visibile».
Riuscirete a seguire i movimenti di chi lascerà quella zona?
«Guardi che noi in ogni momento seguiamo chi delinque. L'altra notte una pattuglia del commissariato Vicaria ha arrestato un extracomunitario che aveva rubato i bagagli ad alcuni turisti: ecco, questo è un esempio del fatto che siamo sempre attenti, sempre vigili».
Avete un quadro preciso delle attività delinquenziali che si svolgono nell'area?
«Ci sono i centroafricani che si dedicano allo spaccio di droga, ma sappiamo che si tratta prevalentemente di un mercato interno al loro stesso gruppo. Spesso provengono dall'area di Castelvolturno dove hanno i loro alloggi e arrivano qui solo al mattino per svolgere i loro affari illeciti; poi ci sono marocchini, tunisini ma anche georgiani che fanno borseggi, abbiamo eseguito decine di arresti: sono particolarmente attratti dagli smartphone che pure vengono immessi sul mercato interno, li vendono ai loro conterranei, ad altri migranti. Noi, però, di interventi mirati al contrasto di questi fenomeni ne facciamo tantissimi».
E allora qual è il senso dell'operazione massiva?
«Rendere meno appetibile quel territorio a chi vuole delinquere, offrire maggiore sensazione di sicurezza e di vivibilità ai cittadini, costringere chi svolge attività illecite a delocalizzare, a spostarsi».
Contate di cancellare il fenomeno in questo modo?
«Sarebbe assurdo rispondere di sì. Diciamo che qui stiamo parlando di strategia e non di obiettivi finali. La strategia che mettiamo in campo è utile per alleggerire in breve tempo quell'area dalla massa di persone che la frequenta. È ovvio che gli obiettivi sarebbero quelli di debellare ogni forma di illegalità, ed è per questo che quotidianamente si batte la polizia di stato. Però se dicessi che cancelleremo lo spaccio della droga, ad esempio, non sarei realista. Ripeto, renderemo la zona meno appetibile, li costringeremo ad allontanarsi. E fuori dalla massa sarà più facile contrastarli».
Sul territorio avete il contributo dell'Esercito. I militari dell'operazione Strade Sicure spesso sono attivi e contribuiscono a contrastare la delinquenza.
«Le pattuglie dei militari svolgono un importante lavoro. Hanno altri compiti e altre regole d'ingaggio ma la loro sensibilità e il fatto che spesso si muovono dinamicamente sul territorio, gli consente di contattarci quando c'è una situazione che richiede il nostro intervento».
Questore, piazza Garibaldi smetterà di essere preoccupante e pericolosa?
«Questa deve essere una certezza per ogni cittadino».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA