«È una brutta storia che scaturisce dal disinteresse familiare nei confronti dell'educazione da impartire ai propri figli - commenta il parroco - questa è l'età in cui i giovani, se abbandonati a loro stessi, sono a maggior rischio. «Sono ragazzi che fino alla celebrazione della Prima Comunione vivono in un ambiente sano, aiutati a formarsi nei valori del rispetto reciproco.
Ma per le famiglie, dopo la festa al ristorante e i fuochi d'artificio, non c'è più nulla. E i risultati sono questi. Io li avverto dall'altare. Noi qui offriamo tante attività, giochi, gite. Non è vero che questi giovani non hanno altre opportunità di svago nel nostro piccolo Comune. Perché, purtroppo, chi ha coltivato questa perversione, lo ha fatto per divertirsi. È stato uno «svago». Non è stato fatto per soldi, solo per passare il tempo con gli amici. Tutto questo però ora assume le sembianze dell'orrore».