L’incontro è il momento finale del progetto e anche l’occasione per le persone coinvolte di mostrare i risultati di un percorso difficile, come spiega il direttore Fullone: «A Poggioreale – dice – ci sono attualmente duemila detenuti, cinquecento in più di quelli che sarebbero previsti. E anche le risorse sono sempre minori. Ciononostante stiamo tentando di aprire un numero sempre maggiore di spazi alle aree di socialità».
Il padiglione Roma un tempo era destinato alle donne e il IV piano era destinato all’allattamento. Adesso le stanze sono state ritinteggiate e ospitano i laboratori: quelli che hanno lavorato alla pittura hanno colorato una parete con un grande murales che fa vivere i tropici a Poggioreale. «Abbiamo scelto di chiamare il progetto IV piano perché questo nome rievocava quell’accudimento che è alla base dei nostri programmi socio-riabilitativi» spiega Vecchio mentre i carcerati mostrano i frutti del loro lavoro: c’è chi legge brevi brani, chi si esibisce alle percussioni, chi racconta il valore dello sport: il pubblico applaude, e l’assessore all’istruzione Anna Maria Palmieri, arrivata in rappresentanza del sindaco, dà appuntamento a tutti per la prossima sfida di calcio che vedrà in campo i detenuti e i ragazzi delle scuole napoletane.
All’iniziativa, che è giunta al secondo anno di attività, hanno lavorato gli operatori delle quattro strutture intermedie del dipartimento dipendenze (i centri diurni Palomar, Aleph, Arteteca e Lilliput), la cooperativa sociale Era e l’associazione Il Pioppo. Insieme ai laboratori è stato istituito uno Sportello Specifico di ascolto e di orientamento per l’avvio rapido, orientato razionalmente alle misure alternative alla detenzione. E già si raccolgono le iscrizioni per l’anno che verrà.