Ping pong e dipinti, il carcere
diventa laboratorio | Video e foto

Ping pong e dipinti, il carcere diventa laboratorio | Video e foto
di Daniela de Crescenzo con video di Alessandro Garofalo
Sabato 29 Aprile 2017, 13:59 - Ultimo agg. 14:21
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Un tavolo da ping pong sistemato nella cappella del carcere di Poggioreale, e inizia la sfida. Giocano due detenuti, il direttore del carcere Antonio Fullone e il coordinatore del dipartimento dipendenze dell’Asl Napoli 1, Stefano Vecchio. Intorno fa il tifo un centinaio di carcerati, tutti quelli che hanno partecipato al progetto IV piano che ha offerto ai detenuti del padiglione Roma, destinato ai tossicodipendenti, una serie di laboratori: Sport (ex-ducere), Pittura (buon arte non mente), Scrittura e lettura (fiumi di parole), Musica (tam tam bur).
 
 


L’incontro è il momento finale del progetto e anche l’occasione per le persone coinvolte di mostrare i risultati di un percorso difficile, come spiega il direttore Fullone: «A Poggioreale – dice – ci sono attualmente duemila detenuti, cinquecento in più di quelli che sarebbero previsti. E anche le risorse sono sempre minori. Ciononostante stiamo tentando di aprire un numero sempre maggiore di spazi alle aree di socialità».

Il padiglione Roma un tempo era destinato alle donne e il IV piano era destinato all’allattamento. Adesso le stanze sono state ritinteggiate e ospitano i laboratori: quelli che hanno lavorato alla pittura hanno colorato una parete con un grande murales che fa vivere i tropici a Poggioreale.
«Abbiamo scelto di chiamare il progetto IV piano perché questo nome rievocava quell’accudimento che è alla base dei nostri programmi socio-riabilitativi» spiega Vecchio mentre i carcerati mostrano i frutti del loro lavoro: c’è chi legge brevi brani, chi si esibisce alle percussioni, chi racconta il valore dello sport: il pubblico applaude, e l’assessore all’istruzione Anna Maria Palmieri, arrivata in rappresentanza del sindaco, dà appuntamento a tutti per la prossima sfida di calcio che vedrà in campo i detenuti e i ragazzi delle scuole napoletane.
All’iniziativa, che è giunta al secondo anno di attività, hanno lavorato gli operatori delle quattro strutture intermedie del dipartimento dipendenze (i centri diurni Palomar, Aleph, Arteteca e Lilliput), la cooperativa sociale Era e l’associazione Il Pioppo. Insieme ai laboratori è stato istituito uno Sportello Specifico di ascolto e di orientamento per l’avvio rapido, orientato razionalmente alle misure alternative alla detenzione. E già si raccolgono le iscrizioni per l’anno che verrà.

 
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