Pompei, ribassi sospetti
stop all’appalto del verde

Pompei, ribassi sospetti stop all’appalto del verde
di Susy Malafronte
Sabato 20 Agosto 2016, 22:03
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Stop alle gare da 5 milioni e mezzo di euro per la cura del verde negli scavi di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis: sospetti sull’offerta formulata con eccessivo ribasso da un’associazione di imprese della quale fa parte una ditta già colpita da interdittiva antimafia e estromesxa da un altro appalto. Per uscire dallo stallo la Soprintendenza gioca la carta del risparmio con la Ales, società in house del ministero della cultura, per la gestione dei giardini delle lussuose dimore archeologiche spendendo una cifra minore. Intanto però, mentre le difficoltà burocratiche frenano le fasi di affidamento del servizio - il bando era stato pubblicato nel novembre del 2014 - i siti archeologici restano ostaggio dei rovi e delle sterpaglie.

Il direttore generale della soprintendenza, Massimo Osanna, ha revocato in autotutela il bando per la cura dei prati dell’antica città sepolta dalla furia del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. L’offerta per aggiudicarsi i lavori di contenimento della vegetazione delle antiche vestigia, dal valore di cinque milioni e mezzo di euro, era risultata troppo bassa: così è scattato il campanello di allarme. A sollevare i sospetti, in sede di gara, sull’associazione di imprese prima nella graduatoria provvisoria - delal quale fa parte una azienda destinataria di una interdittiva antimafia firmata dal prefetto di Napoli Maria Gerarda Pantalone - è stata una delle società partecipanti. 

Nell’attesa degli accertamenti sulle «giustificazioni» richieste dalla Soprintendenza alla ditta relative all’anomalia dell’offerta a ribasso - tuttora custodite presso l’ufficio del responsabile unico del progetto bandito dall’ente pompeiano di via Villa dei Misteri - a togliere dai carboni ardenti la commissione di gara è stato il Ministero dei Beni culturali. Il Mibact ha diramato qualche mese fa una circolare, a firma del segretario generale architetto Antonia Pasqua Recchia, con la quale sono stati impartiti i nuovi disciplinari in materia di gare pubbliche. Ed è stata questa a fornire uno strumento per superare l’ostacolo e trovare una soluzione alternativa per l’affidamento del servizio.
Considerando l’incertezza dell’esito della gara, il protrarsi degli atti burocratici e la facoltà della soprintendenza di revocare il bando in «autotutela», il professor Massimo Osanna ha firmato gli atti di «annullo» dei due bandi per le aree archeologiche di Pompei - da 4 milioni di euro - e di Ercolano, Stabiae, Oplontis, Boscoreale e Poggiomarino - da un milione e mezzo di euro. Ha quindi fatto riferimento alla circolare firmata dal segretario generale dopo l’accordo stretto tra il Mibact e la Consip, stazione unica appaltante creata in funzione anticorruzione e antimafia per realizzare un progetto di valorizzazione dei beni culturali, in questo caso delle città archeologiche di Pompei, Ercolano, Stabiae, Oplontis, Boscoreale e Poggiomarino. Il rischio di andare avanti con la procedura in corso sarebbe quello di creare ulteriori conflitti, inficiando la validità dell’appalto. Ed è in questa fase burocratica che trova spazio la Ales. La società in house del Mibact, che ne detiene il cento per cento del pacchetto azionario, da più di quindici anni è impegnata in attività ed iniziative volte alla gestione a valorizzazione e tutela dei beni culturali. Tra le competenze della società partner del ministero della cultura, rientrano i lavori di contenimento della vegetazione ruderale, bonifica, manutenzione ordinaria e straordinaria dei giardini, del patrimonio arboreo e arbustivo e delle opere accessorie dei percorsi di visita. «In virtù di tale impianto normativo - si legge nel documento a firma del professor Osanna di sospensione in autotutela dei bandi da 5 milioni e mezzo di euro - sarebbe possibile l’affidamento, diretto in house providing, alla suddetta società dei servizi in oggetto il che consentirebbe a questa amministrazione un notevole risparmio di spesa».
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