Ponticelli, è rischio rappresaglie. Salzano «convocato» e ucciso

Ponticelli, è rischio rappresaglie. Salzano «convocato» e ucciso
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 31 Agosto 2016, 09:47
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Ricercato dalla giustizia, latitante per la legge ma non per i sicari della camorra. Più abili degli investigatori, a Ponticelli i killer sono riusciti a stanare dal rifugio nel quale si nascondeva Flavio Salzano, 29enne pregiudicato finito nel mirino della Direzione distrettuale antimafia che nel giugno scorso era riuscita ad ottenere dal gip un'ordinanza di custodia cautelare con accuse gravi. All'arresto Salzano era riuscito a sfuggire. Nella notte tra lunedì e martedì, intorno alla mezzanotte, l'uomo è stato assassinato in una zona periferica e poco trafficata, in via Cupa San Michele, al confine tra Ponticelli e San Giorgio a Cremano.
 

 

Quattro colpi di pistola calibro 9 esplosi a bruciapelo, alla testa. Per Salzano - che sedeva al posto di guida di una Ford C Max rubata a giugno ad un cinese residente a San Giuseppe Vesuviano - non c'è stato scampo. Quando sul posto sono giunte le Volanti della polizia la zona era deserta, i killer avevano già fatto perdere le loro tracce. La Scientifica ha repertato nell'auto cinque bossoli.

Finite le vacanze e rientrati dalle ferie, i camorristi tornano a farsi vivi. Altro che «pax criminale»: il ritorno alle attività criminali si lega direttamente alla tregua forzata e al rientro dalle spiagge. Un brutto segnale, in vista dell'autunno che si preannuncia caldo. Su quest'ultimo omicidio indaga la Squadra mobile diretta da Fausto Lamparelli. E non sono indagini facili. Lo scenario nel quale si è consumato il delitto appare quanto mai complesso. La zona semideserta teatro dell'omicidio, l'assenza di testimoni e di telecamere di videosorveglianza, ma anche il passato criminale della vittima non aiutano gli inquirenti a imboccare una sola pista investigativa. Cominciamo proprio dal profilo di Salzano. Il suo nome compare nelle prime informative che lo indicavano come vicino agli ambienti del clan D'Amico, il gruppo che a Ponticelli si oppone al predominio della cosca dominante, quella dei De Micco.
Poi, con il passar del tempo, il 29enne si era allontanato dalla «casa madre» per fare il transfuga, saltando le linee e passando al nemico: cioè mettendosi al soldo dei De Micco.

Questa circostanza rende indubbiamente più torbido lo scenario in cui matura l'omicidio. Si indaga su tre direzioni. Privilegiata resta la pista del regolamento di conti interno al gruppo dei De Micco, anche se non possono escludersi altre ipotesi. A cominciare dalla vendetta degli ex amici della vittima, che non gli avrebbero perdonato il tradimento e il passaggio di casacca agli odiati rivali. Resta ancora tutta da vagliare anche la terza pista, quella che riconduce alle dinamiche criminali che - stando ad alcune fonti investigative - disegnano uno scenario in corso di mutamento nella zona orientale e soprattutto a Ponticelli, dove nuovi gruppi stanno cercando di conquistare spazio e potere. Il clan De Micco - oggi impegnato in una serie di riposizionamenti interni dovuti anche alle inchieste giudiziarie che ne hanno decapitato i vertici - avrebbe cambiato strategia, soprattutto per ciò che riguarda gli affari di droga. Le piazze dello spaccio verrebbero subappaltate ormai a pusher che pagano una tangente settimanale alla cosca. E non per questo gli introiti nelle casse della famiglia verrebbero dimezzati.

In questo scenario, a Ponticelli, si sarebbero fatti avanti due nuovi gruppi. Camorristi emergenti. Il primo viene dalla vicina Volla. Il secondo è composto da giovani leve che hanno il loro centro operativo nel Rione De Gasperi. Entrambi smaniosi di farsi largo, anche facendo ricorso ad azioni eclatanti. Il terzo e ultimo nucleo che resta attivo nella zona è quello composto dai fedelissimi del clan De Luca-Bossa, mai realmente scioltosi a Ponticelli e capace di poter organizzare anche micidiali gruppi di fuoco.

Un fatto è certo.
Per stanare Salzano dal covo nel quale si era rintanato per sfuggire all'arresto deve essere entrato in azione qualcuno che lo conosceva bene. E del quale la vittima si fidava. Così si spiega anche la circostanza del luogo isolato. Fidandosi della persona che lo ha tradito, il ventinovenne è caduto in una na trappola mortale.

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