Porti del Tirreno senza presidente
commissione Senato boccia scelta
di Delrio: no alla nomina di Spirito

Porti del Tirreno senza presidente commissione Senato boccia scelta di Delrio: no alla nomina di Spirito
di Gerardo Ausiello
Mercoledì 16 Novembre 2016, 16:11 - Ultimo agg. 17 Novembre, 11:13
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La commissione Trasporti del Senato ha bocciato la nomina di Pietro Spirito a presidente dell'Autorità portuale del mar Tirreno centrale, che comprende tra l'altro il porto di Napoli, il porto di Salerno e quello di Castellammare di Stabia. La nomina era stata proposta su indicazione del ministro Graziano Delrio, espressa il 3 novembre scorso. Un passaggio obbligato, il parere parlamentare, così come previsto dalla legge, chiusosi con 8 voti a favore, 8 contrari e 4 astenuti che in Senato sono conteggiati nel totale dei voti contrari. Quindi solo 8 senatori su 20 hanno espresso parere favorevole alla scelta di Spirito.

Protagonista dello strappo il senatore del Pd Stefano Esposito che, come annunciato, ha votato insieme con le opposizioni. Tra Esposito e Spirito, si spiega nella maggioranza, i rapporti sono tesi fin da quando Spirito era all'Atac. E quest'ultimo nel suo libro «Trasportopoli, Cronache dall'inferno Atac» non aveva risparmiato critiche al senatore. Che ieri, in commissione a Palazzo Madama, è tornato alla carica parlando dei numerosi incarichi ricoperti dallo stesso Spirito e di quella «consulenza da 100mila euro per Atac a fronte di un impegno di una, massimo due volte la settimana». A rincarare la dose sono stati, poi, il salernitano Andrea Cioffi (Movimento 5 Stelle) e Francesco Aracri (Forza Italia-Pdl).

Spirito, 54 anni, nato a Maddaloni, nella provincia di Caserta, è stato manager di Atac e di Ferrovie dello Stato. Il suo nome era stato individuato da Delrio, d'intesa con la Regione Campania, ma evidentemente non ha convinto tutta la maggioranza. Cosa succederà ora? Il parere della commissione è solo consultivo e dunque non vincolante. Ma certo, politicamente, la bocciatura rappresenta un duro colpo inferto sia a Spirito che al ministro Delrio.
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