Porto, piano senza darsena dei petroli
Spirito punta sul grande progetto

Porto, piano senza darsena dei petroli Spirito punta sul grande progetto
di ​Antonino Pane
Mercoledì 1 Marzo 2017, 09:45
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Un piano triennale voluminoso quello che il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale, Pietro Spirito, si appresta a portare all'approvazione del Comitato di gestione. Il presidente Pietro Spirito ha ritenuto opportuno sottoporre agli stakeolder ed alle forze sociali la sintesi del Piano Operativo Triennale 2017-2019. Tra i compiti del presidente vi è quello di sottoporre il POT all'approvazione entro novanta giorni dal suo insediamento pena la revoca del mandato del Presidente e scioglimento del Comitato di Gestione da parte del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

La ristrettezza dei tempi ha certamente condizionato l'elaborazione di questo importante documento che, a meno di qualche dettaglio, risulta essere l'accorpamento dei precedenti POT delle soppresse Autorità Portuali di Napoli e di Salerno, senza particolari elementi di novità. E non poteva essere diverso per garantire la continuità amministrativa. Ma di grande rilievo sono certamente i contenuti della parte documentale che accompagna i tabulati dei progetti da attuare nel triennio. Il Piano si fonda anche su un altro assioma, rappresentando apertamente che «le scelte di investimento devono essere caratterizzate da concretezza nelle decisioni, coerenza temporale nell'attuazione, calibrazione delle opere alle capacità del mercato di assorbire gli aumenti di offerta che possono derivarne».

Esattamente quello che è mancato nei lunghi anni dei precedenti commissariamenti. Sono rappresentati gli scenari di contesto presi a riferimento, gli investimenti ritenuti necessari per la competitività, le priorità strategiche per i porti di Napoli, Salerno e Castellammare, gli obbiettivi da raggiungere nel breve-medio periodo ed infine i report degli avanzamenti sui grandi progetti co-finanziati dall'UE sul POR 2014-2020 per i porti di Napoli e Salerno. Come non mancano richiami alla necessità di riattivare i raccordi con la rete ferroviaria nazionale in accordo con il PON Infrastrutture e Reti 2014-2020. Ma dal piano trapelano anche alcuni indirizzi che lasciano perplessi. Ad esempio nel piano si riporta che «è inutile parlare della delocalizzazione della darsena petroli sino a quando le autorità competenti non avranno individuato un'area idonea ad accogliere un'attività di stoccaggio che è strategica per il piano energetico nazionale». Come dire, i petrolieri non si toccano.

Un tema scottante aperto ormai da 23 anni. E la mancata delocalizzazione dei punti di sbarco del gas e dei petroli potrebbe addirittura vanificare gli investimenti messi in atto per la nuova darsena di levante. Un altro obbiettivo è quello di portare avanti, con determinazione, il progetto del waterfront avviato nel 2004 con un concorso internazionale. Un terreno un po' scivoloso per un progetto non apprezzato da molte parti, sia per questioni di carattere estetico che di carattere funzionale. E su questo pesa il giudizio degli armatori che, pur rinunciando al progetto che avrebbero finanziato, sono preoccupati dalla sottrazione di spazi vitali. Come è il caso dell'edificio ex Magazzini Generali che, secondo il POT, dovrebbe ospitare l'università Partenope ed il Museo del Mare. E pesa soprattutto la mancanza di finanziamenti a sostegno di queste opere.

Ma veniamo ai numeri e ai tempi. Dei 12 interventi che compongono i Grandi Progetti di Napoli (9) e Salerno (3), solo 3 sono stati completati. Gli altri nove, due per Salerno (42 milioni) e sette per Napoli (147 milioni), saranno completati e collaudati tra fine 2019 e inizio 2020, comunque entro la scadenza del mandato. Più ridotti gli altri finanziamenti. Per il 2017 sono programmati, oltre al Grande Progetto, altri 9,9 milioni di euro per lavori, 1,7 milioni per servizi e 7 milioni per manutenzioni. Altri progetti, per 79,2 milioni di euro (progetto waterfront) sono attualmente privi di copertura finanziaria. Va peggio per il 2018 e per il 2019 ove non sono programmati altri interventi al difuori del Grande Progetto e di interventi manutentivi (questi ultimi per circa 8,5 milioni all'anno). La regione dunque è il grande finanziatore del porto, garantendo oltre il 93,7% dei finanziamenti disponibili. In programma ci sono complessivamente 363 milioni di euro attualmente privi di copertura finanziaria.
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