Pozzuoli. Un circuito per allenare cavalli. Del tutto abusivo e clandestino, nel cuore della foresta di Cuma. Un’area di oltre dodicimila metri quadrati, su un suolo demaniale, all’interno di un Sic (sito d’interesse comunitario, trasformata in una vera e propria pista è stata scoperta ieri mattina dai carabinieri e dalla guardia forestale di Licola. Un luogo protetto, maltrattato e calpestato da chi lo ha individuato nel tempo come area dove svolgere attività parallele. Dove la natura è stata mortificata continuamente, violentata. Un lungo sentiero, tra la foresta e la spiaggia, a ridosso delle dune romane, sul suolo demaniale, dove ogni giorno sono passati decine di cavalli per allenarsi. Dove la vegetazione spontanea, tipica della Macchia mediterranea, è stata estirpata per rendere l’accesso più agevole e lo spazio più ampio. In parte le piante sono state sostituite con del licustro, una specie non appartenente all’habitat di Cuma, ma ben differente e visibile. Non si conoscono i responsabili, ma le forze dell’ordine intervenute stanno vagliando la posizione del direttore del parco forestale. Le ipotesi di reato vanno dall’abuso di ufficio all’omissione in atti d’ufficio, al deturpamento di bellezze naturali. Secondo i carabinieri sarebbe stata consentita la realizzazione del circuito equestre senza alcuna opposizione.
Cuma versa in uno stato pietoso. Un binario morto della Circumflegrea, dove il treno passa in occasioni speciali e in estate, separa la foresta da Licola Mare, dove si trovano le spiagge. Terra di nessuno. Lungo la strada che conduce alla pista per cavalli ci sono rifiuti di ogni genere: carcasse di auto in fiamme, vaschette di polisterolo con alici marce dentro, scaricata da qualche venditore di pesce. E poi sacchetti, cassette di plastica, giocattoli. C’è di tutto, lì a terra per deturpare il disegno perfetto di Madre Natura. Sotto quel terreno passa un metanodotto. Sopra si ergono cespugli arborei di specie da proteggere. Intorno spazzatura e fiamme padroneggiano. Poco distante, sulla spiaggia, la sabbia dorata è deturpata dal segno delle gomme dei motocross. Bruciata. Anche questi mezzi corrono e si allenano in modo illegale. C’è un divieto da gennaio 2011. Ma di questo resta uno steccato e del filo spinato, messo lì anni fa dalla Regione per impedire l’accesso. Una barriera come cartapesta, facile da rimuovere.
Su quella stessa spiaggia arrivano anche i cavalli, all’alba, per allenarsi sulla battigia, per rafforzare i muscoli nelle acque gelide del mare di Licola. Pratiche condannate da ambientalisti e da esperti, ma che ancora continuano senza che nessuno riesca a fermare lo scempio. Gli stessi cavalli che poi ritornano nella pista, scoperta ieri dai carabinieri, per allenarsi e ritornare nei box dei loro padroni, o per essere dirottati verso ippodromi. Qualche anno fa i carabinieri sequestrarono in una strada parallela alla Domiziana, a poche decine di metri dal luogo di questa nuova scoperta, un vero ippodromo gestito dalla camorra. E poi ancora un maneggio, dove gli animali erano tenuti in situazioni pietose e anche dopati. Cavalli da un lato, motociclette dall’altro. Illegali entrambi nei loro allenamenti e forse anche nelle gare in cui sono impiegati. Elementi che calano l’ombra delle scommesse clandestine e della mano della camorra, ancora una volta.
Lungo il binario della Circumflegrea, che divide Cuma da Licola, c’è un vecchio casolare abbandonato e diroccato. Dentro ci vivono alla peggio degli extracomunitari. Un rifugio di necessità, pericoloso, e soprattutto fantasma agli occhi di tutti. Come è tutta quella zona. Dimenticata. Un terzo mondo. Non si preserva e si consente, con il silenzio e l’assenza, la distruzione. Sulla vicenda si sono pronunciati i Verdi. «La foresta di Cuma è uno di quei tesori dell’enorme patrimonio naturale che abbiamo a disposizione e che non tuteliamo e valorizziamo come dovremmo, lasciandolo nell’incuria e in balia dei delinquenti come dimostra questo sequestro – scrivono in una nota il consigliere regionale, Francesco Borrelli e quello metropolitano, Paolo Tozzi - un’area spianata e adibita a galoppatoio per le corse clandestine dei cavalli della camorra. Va convocato subito un tavolo interistituzionale che metta insieme comuni, Città metropolitana e Regione per trovare la strada da seguire per tutelare e valorizzare la foresta di Cuma ed evitare che continui a essere un’area ostaggio della camorra».
Un tavolo che dovrebbe far passare la politica dalle parole alle azioni per arginare un problema decennale, che con frequenza si ripresenta.