Progetti «fantasma» a Casoria,
la scure su cinquanta comunali

Progetti «fantasma» a Casoria, la scure su cinquanta comunali
di Domenico Maglione
Martedì 31 Gennaio 2017, 10:10
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CASORIA. Hanno percepito indebitamente denaro per lo svolgimento di progetti incentivanti da attuare al di fuori del normale orario di lavoro: più di cinquanta impiegati comunali, oltre ad alcuni funzionari e dirigenti, dovranno restituire ora somme, in alcuni casi abbastanza ingenti, al ministero dell'Economia e delle Finanze. L'ha stabilito una commissione ispettiva del Mef, dopo una attenta verifica amministrativo-contabile dei bilanci approvati negli anni dal 2009 al 2013, quando era in carica la giunta di centrosinistra guidata dall'allora sindaco Carfora. Tra il personale incappato nei controlli ci sono anche alcuni pensionati e qualche ex dipendente passato nel frattempo a miglior vita. Le somme da restituire oscillano dai cinque ai seimila euro a testa ma, per qualcuno, aumentano vertiginosamente, fino a dieci volte tanto.

«Siamo intervenuti in seguito a un preciso atto di indirizzo da parte dell'amministrazione comunale affermano i responsabili degli uffici del Palazzo municipale che si limita ad applicare i rilievi confermati dal ministero dell'Economia». Nessuna indicazione invece per quanto riguarda il contenuto dei progetti «fantasma» nel mirino. Al personale coinvolto nell'operazione - che ha accolto il provvedimento con inevitabile disappunto - gli uffici preposti stanno inviando in questi giorni un atto di diffida di pagamento e di interruzione dei termini di prescrizione. In pratica, il Comune sta chiedendo ai dipendenti di restituire il denaro ricevuto entro e non oltre il termine di 30 giorni, attraverso bonifico bancario alla tesoreria comunale. Per chi non ottempererà nei termini previsti, l'ente adirà le vie legali ritenute più opportune per la tutela dei propri interessi chiedendo anche «eventuali rimborsi spese, interessi di mora e risarcimento di danni».

«Non conosciamo ancora bene i termini della questione, ma una cosa è certa: restituire eventualmente quelle cifre in un'unica soluzione e in trenta giorni sarà impossibile», sottolineano alcuni dipendenti comunali destinatari del provvedimento del Mef. Inevitabile lo strascico di polemiche e una possibile coda giudiziaria (alcuni starebbero consultando avvocati e sindacati per capire se ci sono le condizioni per ricorsi al Tar) che aggroviglierebbe ulteriormente il «pasticcio». Al Comune, il ministero ha contestato oltre al mancato rispetto del principio di riduzione della spesa del personale, l'irregolare applicazione delle disposizioni in materia di erogazione della retribuzione di risultato ai dirigenti e anomalie nell'utilizzazione del fondo accessorio del personale del comparto. Ventisei in totale sono le irregolarità e le disfunzioni emerse dalla verifica amministrativo-contabile effettuata nel 2014. Da qui l'ulteriore passo dell'amministrazione guidata dal pd Fuccio: «Era normale che agissimo in maniera veloce attivando tutti i settori dell'ente e gli uffici competenti a porre in essere ogni utile azione diretta ad accertare la responsabilità dei funzionari dell'ente che abbiano, in forza dei procedimenti amministrativi di cui erano titolari, anche determinato eventuali danni erariali». Chi ha sbagliato nell'erogazione delle indennità, dunque, subirà un «processo» interno. «L'azione - dice il sindaco - è stata avviata anche tempestivamente in modo da evitare eventuali prescrizioni con conseguente pregiudizio patrimoniale dell'ente a causa della condotta dei propri funzionari».
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