Psicosi attentati nel golfo di Napoli: passeggera del traghetto marocchina scambiata per terrorista

nave della Medmar
nave della Medmar
di Massimo Zivelli
Venerdì 18 Agosto 2017, 18:58 - Ultimo agg. 21:23
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Non si trattava di una cintura esplosiva ma di una panciera che la donna di origine marocchina indossava per problemi post operatori all’addome.

Ha suscitato una valanga di polemiche e commenti sui social, la notizia della donna scambiata per terrorista solo perchè dai tratti nord africani. Psicosi attentati e sospetti circa tutto ciò che ha a che fare con il mondo e la cultura islamica, sono sicuramente fra le cause dello spiacevole equivoco che questa mattina su una nave di linea nel golfo di Napoli, ha generato preoccupazione fra i passeggeri ed un imbarazzante controllo da parte dei carabinieri su una signora scambiata per una terrorista kamikaze.

Sono bastati lo hijab, il velo che copre testa e collo delle donne musulmane ed un rigonfiamento che si notava sotto le vesti della marocchina, a far serpeggiare il timore che in quel momento ci si trovasse alla presenza di una possibile attentatrice. Sull’onda emotiva del sanguinoso attentato di Barcellona, sono bastati i tratti maghrebini della donna (fra l’altro residente da anni sull’isola d’Ischia assieme a marito e figli) a far scattare le segnalazioni di alcuni passeggeri alla guardia costiera, la quale a sua volta ha allertato i carabinieri. In questo caso i carabinieri della stazione di Procida, considerato che la nave in questione era un traghetto della Medmar salpato in mattinata da Pozzuoli e diretto a Ischia.

Approfittando dello scalo intermedio della nave a Procida, carabinieri in borghese ed in divisa sono saliti a bordo ed hanno proceduto ad avvicinare con molta circospezione la donna. Dopo averne verificata l’identità, i carabinieri hanno compreso che non c’era da aspettarsi alcun pericolo da quella signora con la quale si sono scusati per aver effettuato il controllo e causato imbarazzo alla stessa. E’ bastato mostrare i documenti e chiarire che il rigonfiamento sotto le vesti era dovuto alla protesi che la donna era costretta a portare per evitare conseguenze poco piacevoli nella fase post operatoria dell’intervento al quale era stata sottoposta in precedenza. 

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