Napoli, ai Quartieri spunta la stanza
delle punizioni degli spagnoli

Napoli, ai Quartieri spunta la stanza delle punizioni degli spagnoli
di Claudia Procentese
Martedì 25 Ottobre 2016, 15:59 - Ultimo agg. 20:43
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Napoli. I grossi anelli di ferro sono posti in alto, sotto il tetto di quello che oggi è un deposito di falegnameria negli scantinati di un palazzo di vico Tre Regine. «Ma secoli fa era una stanza delle torture. Sugli anelli - rivela Giuseppe, indicandoli - si poggiavano le catene per legare chi doveva essere punito». Al civico 43 si scende giù, lungo alti e ripidi gradini, per arrivare nel sottosuolo dei Quartieri Spagnoli. Tra pialle, seghe e truciolato si scopre una Napoli antica che continua a tramandare storie inedite. «Questa dei torturati la raccontava ancora l'anziana portiera - continua Giuseppe -, adesso lo faccio io».

Fa il falegname, Giuseppe, fin da piccolo, come suo padre che costruiva carretti, nell'officina che affaccia sul vico. Ha il banchetto fuori la bottega dove crea con il legno, che prima lavora nel laboratorio sotterraneo. "Artigiano resistente del tempo che fu" si definisce mentre illustra tutti gli attrezzi del mestiere appesi alle pareti dello scantinato. Alcuni abitanti del vicolo raccontano di strane presenze e calpestii misteriosi nell'interrato, echi di vite passate, ma «qui a far rumore è solo qualche topolino» replica, divertito, Giuseppe.  

«Il palazzo è del '500 -'600, attestato in molte carte antiche - spiega Renato Capozzi, professore di Composizione architettonica e urbana al Dipartimento di Architettura della Federico II di Napoli -. Esiste anche una pianta, ma nessuna notizia o cronaca sia sulla sua qualità architettonica che su eventuali pratiche di tortura. Si tenga presente, però, che i Quartieri Spagnoli erano l'acquartieramento delle truppe vicereali da Don Pedro in poi. Quindi una sorta di alloggi per soldati che potevano in teoria prevedere celle di rigore o luoghi di costrizione, dove svolgere interrogatori ai sudditi da sempre turbolenti e rivoltosi. Perciò quegli anelli potrebbero essere ganci per sospendere prigionieri o militari detenuti». 
 

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