Quarto. Salme scambiate all’obitorio in extremis: stop al funerale

Quarto. Salme scambiate all’obitorio in extremis: stop al funerale
di Alessandro Napolitano
Lunedì 7 Novembre 2016, 20:06 - Ultimo agg. 8 Novembre, 08:26
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QUARTO Un incredibile scambio di salme e il destino di due uomini che si intreccia come in un romanzo giallo. Era tutto pronto per il funerale, dai manifesti funebri ai parenti in chiesa. Mancava solo la bara con all’interno la salma di Saverio Baiano, operaio di 46 anni morto dopo un tragico incidente sul lavoro. Sarebbe dovuta arrivare dal Secondo Policlinico, dopo il dissequestro all’indomani dell’autopsia disposta dal pm. Ma il suo cadavere era stato scambiato con quello di un altro uomo, ed è stato soltanto grazie ad uno degli operatori delle pompe funebri che il «mistero» sia stato svelato.

Ma c’è di più: sul corpo del 46enne non sarebbe stato effettuato mai alcun esame autoptico. Autopsia invece portata a termine sul corpo di un 76enne del Vomero, A.C., trovato morto in casa lo scorso 27 ottobre. Un assurdo scambio di salme, dunque, le cui responsabilità sono ancora tutte da accertare e che hanno portato la Procura ad aprire un fascicolo. Ed ora i familiari dell’operaio vogliono essere risarciti, così come la stessa azienda di onoranze funebri, la ditta Cesarano.

Saverio Baiano era caduto dal tetto di un edificio lo scorso 24 ottobre, a Pianura. Trasportato all’ospedale San Paolo in gravi condizioni, era stato dichiarato inizialmente fuori pericolo di vita. Le sue condizioni, però, si sarebbero aggravate e lo scorso 2 novembre i medici dell’ospedale Don Bosco, dove era stato successivamente trasferito, ne hanno dichiarato il decesso. Il pubblico ministero ha disposto l’autopsia presso il Secondo Policlinico. Sabato scorso il magistrato ha firmato anche il nulla osta allo svolgimento dei funerali. Uno dei dipendenti della ditta Cesarano conosceva di persona l’operaio di Quarto e una volta al Policlinico ha iniziato le procedure per il trasporto della salma. Come da prassi ha controllato che tutto fosse in regola, ma qualcosa non tornava. Le fattezze dell’uomo chiuso nella cella frigorifera, all’esterno della quale era indicato il nome di Saverio Baiano, erano diverse. Ben 30 anni di differenza, infatti, tra le due salme.
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