Quest'orchestra è speciale
ma il Comune l'ha rifiutata

Quest'orchestra è speciale ma il Comune l'ha rifiutata
di Paolo Barbuto
Lunedì 27 Marzo 2017, 08:36
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La voce di Checca è l'avamposto di un improbabile mondo nascosto in un angolo di San Pietro a Patierno; è allegra e squillante, fa domande, fa capricci, poi sboccia in risate grasse e coinvolgenti. Ti avvicini alla scuola di via Pascale e non sai cosa troverai; ti approssimi con quel senso di pietà e con quel pizzico di timore che solo chi non conosce il mondo della disabilità può sentire. Ti presenti con la certezza incrollabile che questo gruppo di musicanti scombiccherati del quale hai sentito solo il racconto, ti farà tenerezza... invece esci dopo aver ascoltato due ore di prove, e ti ritrovi con la consapevolezza che quel gruppo produce musica vera e intensa; altro che disabilità, altro che tenerezza: qui si picchia duro sulle tastiere, sulle percussioni e anche su sentimenti, perché certe canzoni sono dolci e laceranti.

Scuola Oriani-Guarino, pomeriggio avanzato che presto diventerà sera. È giorno di prove per la «Bandita Sbandata», un gruppo di ventisette elementi tra disabili e normodotati, sotto la guida di Sergio Sansone, direttore, coordinatore, maestro di vita e di musica per chiunque s'avvicina a quel luogo. Questa scuola da un anno ospita il gruppo misto di musicisti, giunto qui dopo un lungo peregrinare: una sosta abbondante alla Kodokan di piazza Carlo III, tante sessioni (a pagamento) in sale di registrazione sparse per la città. Poi l'incontro con Daniela Oliviero, dirigente scolastica del comprensivo di San Pietro che ha aperto le porte a questo incredibile progetto musicale.
 


L'associazione che l'ha inventato si chiama «Le Muse per l'oro», fondata da genitori di ragazzi disabili, con l'idea che la musica potesse aiutarli. Il progetto dal quale è scaturita la «Bandita Sbandata», invece si chiama «La fabbrica dei suoni» e accoglie chiunque abbia voglia di mettersi alla prova con uno strumento, non solo i disabili. Così alla fine ci si ritrova insieme, si socializza, si imparano tante cose a vicenda. Provate a chiedere a uno dei tanti ragazzi non disabili e scoprirete che loro sono quelli che ricevono i maggiori insegnamenti da questo progetto di vita. Sono ragazzi del quartiere, li rappresenta il volto intenso di Federica che ha 12 anni, suona le percussioni e spiega che stare qui per lei è l'esperienza più bella della vita (anche perché la condivide col fidanzato).

A proposito, sapete chi ha deciso di finanziare questa meravigliosa iniziativa? La Chiesa Valdese con i fondi dell'otto per mille. Hanno valutato il progetto, l'hanno trovato interessante, hanno deciso che era giusto sostenerlo. Prima della Chiesa Valdese lo stesso progetto era stato presentato in tre diverse occasioni al Comune di Napoli. Anche Palazzo San Giacomo l'ha letto, l'ha valutato, ma non ha trovato i soldi per finanziarlo: «Ma, per piacere, non trascinate noi in questa polemica - dicono gli ideatori dell'iniziativa - a noi basta che questa iniziativa sia in piedi. Ringraziamo la Chiesa Valdese ma non abbiamo nulla da rimproverare a nessun altro. Questo deve essere estremamente chiaro». Infatti gli ideatori del progetto non sono sdegnati. Noi, invece, un pochino lo siamo...

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