Casoria. Chiamata urgente, ma è una trappola: due medici rapinati, coltello alla gola

Casoria. Chiamata urgente, ma è una trappola: due medici rapinati, coltello alla gola
di Domenico Maglione
Lunedì 28 Marzo 2016, 20:33
3 Minuti di Lettura
Casoria. Minacciati con un coltello alla gola e rapinati di duecento euro mentre lavoravano per prestare soccorso e cure a persone malate e sofferenti. È accaduto l’altra notte a due medici di continuità assistenziale, ex guardia medica, del distretto sanitario di via De Gasperi dell’Asl Napoli 2 Nord. «Avevamo appena ultimato, io e il mio collega Gerardo Faiella, una visita domiciliare quando dalla nostra sede siamo stati avvertiti, per telefono, di una nuova richiesta d’intervento – spiega la dottoressa Daniela Marchesini –. Ci trovavamo nei paraggi per cui non è stato difficile raggiungere nel giro di qualche minuto l’abitazione».

Una richiesta come tantissime altre ricevute nel cuore della notte dal locale avamposto sanitario del servizio di continuità assistenziale. L’operatore che aveva risposto al telefono, sempre un medico, non aveva percepito alcun indizio sospetto per ritenere che quella chiamata non fosse altro che una trappola e nulla più. «Ci siamo recati tranquilli in via Caserta al civico 31 (una strada di periferia a ridosso della linea ferroviaria che confina con Afragola, ndr) dove c’era un uomo ad aspettarci giù al palazzo che si è qualificato come un parente dell’ammalata. Era una persona dai modi apparentemente gentili e garbati – continua la dottoressa – che ci ha invitati a seguirlo, salendo le scale. Abbiamo appena varcato l’uscio dello stabile però che dietro di noi si è intrufolata un’altra persona che pensavamo fosse un normale condomino. In realtà, si trattava di un complice del bandito. Non abbiamo fatto in tempo nemmeno a mettere piede, infatti, sul primo gradino della scala che, rinchiuso il portone, siamo stati strattonati in un angolo e terrorizzati dai due con un coltello alla gola. Abbiamo dovuto consegnare le borse con i ricettari, i timbri e i medicinali ma pure i soldi e i cellulari».

A Gerardo Faiella hanno chiesto chiavi dell’auto, una Opel Meriva. Non hanno avuto tempo o forse non erano interessati a portare via le fedi o qualche altro monile prezioso indossato dai due. Il bottino è stato appena di 200 euro. «Ci hanno intimoriti e minacciati di morte qualora fossimo usciti subito dal palazzo o avessimo gridato aiuto: siamo rimasti per alcuni minuti così pietrificati per evitare il peggio», afferma Faiella. Minuti che sono sembrati interminabili e durante i quali dalle scale è sceso un uomo munito di torcia al quale i due malcapitati hanno chiesto aiuto.

«Ma ha fatto spallucce ed è andato via: probabilmente era un complice, il palo che ha vigilato per accertarsi che nessuno inquilino del palazzo avesse potuto creare in qualche modo intralcio alla rapina», affermano i due medici, entrambi specialisti in chirurgia dell’apparto digerente ed endoscopia digestiva, molto stimati e conosciuti in città dove svolgono anche attività di medicina di base con studio in pieno centro. Preso coraggio e usciti dal palazzo, i medici sono riusciti poi a dare l’allarme ai carabinieri della locale compagnia, ai quali hanno sporto ieri mattina dettagliata denuncia, e avvertire i colleghi della centrale operativa della continuità assistenziale di via De Gasperi che hanno provveduto a riaccompagnarli, dopo le formalità di rito richieste dalle forze dell’ordine, nuovamente nella sede di lavoro. Il dottore Faiella ha potuto recuperare anche l’auto: i malviventi non l’hanno rubata, volevano evitare che potesse dare l’allarme.

Gli inquirenti hanno constatato al loro arrivo la presenza di una persona affacciata al balcone dello stabile. Ma pare che non si sia accorta di nulla di quello che era avvenuto né tantomeno qualche altro ha potuto fornire indizi per risalire agli autori dell’agguato che, si è poi scoperto, avevano dato riferimenti di cellulare falsi quando hanno telefonato per richiedere la visita domiciliare urgente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA