«Io, scaraventato giù dalla sedia
a rotelle dai rapinatori baby»

«Io, scaraventato giù dalla sedia a rotelle dai rapinatori baby»
di Ciriaco M. Viggiano
Sabato 22 Luglio 2017, 23:45 - Ultimo agg. 24 Luglio, 09:22
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MASSA LUBRENSE. «Li ho implorati di non farmi del male. Invece non mi hanno solo minacciato ma picchiato a sangue, portandomi via alla fine gioielli che appartenevano a mio padre e ai quali ero perciò assai legato. Non erano uomini, ma animali». L’ingegnere napoletano con villa a Massa Lubrense vittima delle angherie dei tre rapinatori non smette di provare rabbia e sconforto. Troppo atroci le modalità con cui la banda ha messo a segno il raid, troppo alto il valore affettivo degli oggetti che gli sono stati portati via. A più di un mese da quel drammatico 11 giugno, il 64enne sconta le conseguenze fisiche e psicologiche delle sevizie cui è stato sottoposto.

Ingegnere, come sta?

«Avverto ancora un risentimento nella parte bassa della schiena. D’altronde i rapinatori mi hanno scaraventato giù dalla sedia a rotelle, oltre a colpirmi alla testa e alle gambe. Le sensazioni che provo, però, sono soprattutto di fastidio e rabbia».

Che cosa le scatena questi sentimenti?

«La mia famiglia possiede questa casa dal 1959. Prima dell’11 giugno non ci era mai capitato un episodio simile. Avevamo sentito di altri furti, ma si trattava di incursioni messe a segno di notte e senza crudeltà. Nel mio caso, invece, la rapina è avvenuta alle 14 e in un’abitazione frequentata ogni giorno da parenti e amici, oltre che da badante, elettricisti, idraulici e giardinieri. Mio cognato stava facendo la spesa, le mie sorelle erano andate al mare. I rapinatori hanno colto uno dei rari istanti in cui mi trovavo in casa da solo».

Nemmeno i suoi tre cani si sono accorti di ciò che stava accadendo? Non ha un sistema di videosorveglianza?

«Non ho mai installato le telecamere perché non ce n’è mai stato bisogno. Quanto ai cani, il primo ha 14 anni e a stento si muove, gli altri hanno rispettivamente dieci e sei mesi ed evidentemente si sono dileguati di fronte al pericolo. Fatto sta che, mentre ero nello studio, mi sono trovato davanti il rapinatore più adulto».


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