Renzi oggi a Napoli: «Città derenzizzata? Verrò ancora più spesso»

Renzi oggi a Napoli: «Città derenzizzata? Verrò ancora più spesso»
di Gerardo Ausiello
Sabato 9 Aprile 2016, 08:40 - Ultimo agg. 11:03
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«Napoli è un comune derenzizzato», aveva tuonato nei mesi scorsi il sindaco de Magistris sfidando il presidente del Consiglio. Ma lui, Renzi, accetta la sfida e rilancia: «Ci è stato suggerito di non venire a Napoli perché non graditi nella città che autorevoli esponenti delle istituzioni hanno definito derenzizzata. Assessori comunali sono scesi in piazza con i manifestanti invitandomi a non entrare in questa città: come immaginate, conoscendomi, sono andato a Napoli ancora più volentieri. Ho allungato il programma, aumentato gli impegni e mi sono anche mangiato una buonissima pizza margherita con la candidata sindaco del Pd, Valeria Valente. E ci tornerò domani (oggi, ndr)». Stamane, infatti, il premier sarà al museo ferroviario di Pietrarsa con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini in occasione della seconda edizione degli Stati generali del turismo.

Due visite all'ombra del Vesuvio in poche ore, dunque. La terza in Campania è invece in programma il 25 aprile: stavolta Renzi farà tappa a Salerno per inaugurare con il governatore Vincenzo De Luca la Stazione Marittima ma a Napoli, a Palazzo Santa Lucia, firmerà «il Patto per la Campania». E, ancora con De Luca, dovrebbe tornare di nuovo per assistere alla partenza dei primi camion carichi di ecoballe che lasceranno per sempre Giugliano e la Terra dei fuochi. Il messaggio è chiaro: in questa campagna elettorale de Magistris non dovrà vedersela solo con la candidata del Pd Valente, ma anche con il presidente del Consiglio, che sarà pancia a terra al suo fianco.È lui stesso a farlo intendere tornando sulle proteste e sugli scontri avvenuti mercoledì in occasione della sua visita a Napoli: «Per cultura politica e senso di legalità se viene un rappresentante delle Istituzioni non si accoglie con sassi e bottiglie di vetro - scrive nella eNews - anzi, lasciatemi dare il mio abbraccio affettuoso e solidale agli agenti di polizia che sono stati lievemente feriti negli scontri. Non essendo io permaloso, tuttavia, ho gradito moltissimo il pomeriggio napoletano. Se pensano di farci paura, hanno sbagliato destinatari. La maggioranza degli italiani lavora, non urla. E chi lavora vuole che la politica finalmente faccia qualcosa, anziché discorsi». Difende, quindi, la scelta di nominare un commissario, Salvo Nastasi, per sbloccare Bagnoli, «area bellissima, meravigliosa, totalmente abbandonata da una politica incapace di decidere. Da una politica maestra nell'arte del rimpallo di responsabilità. Abbiamo deciso di decidere. E visto che il Comune non lo faceva, lo abbiamo fatto noi, nominando un commissario». Qui il premier lancia nuove bordate a de Magistris: «Ci hanno detto di tutto, accusandoci di interessi e mani sulla città. Poi, quando hanno visto il progetto, si sono dovuti fermare. Non c'è un solo centimetro cubo in più di quanto previsto dal Comune.

Anzi, ci sono meno case e meno spazi commerciali. C'è invece una sorpresa per gli addetti ai lavori, una sorpresa che tuttavia io ritengo un atto dovuto: eliminiamo la colmata». Quindi l'ironia su Beppe Grillo e sul Movimento 5 Stelle: «Per raccontare ai propri adepti che la contestazione a Napoli era oceanica, il blog di Beppe Grillo ha preso l'immagine di piazza del Plebiscito piena di gente. Solo che quelli erano lì non per contestare il premier, ma per abbracciare il Papa. Già, per far vedere che la piazza era numerosa, hanno cambiato foto e hanno messo la foto della visita papale! Mistificano la realtà sempre». Alle accuse di Renzi il sindaco di Napoli replica definendo la missione dei giorni scorsi del premier «solo una passerella politica e di campagna elettorale, vediamo se la bonifica inizia davvero». Poi, nel merito, contesta il programma di bonifica e di rilancio di Bagnoli che porta la firma del soggetto attuatore Invitalia: «Guardando le slide, emerge una situazione paradossale, inverosimile, perché prima il presidente Renzi ha usato come un mantra il piano di Vezio De Lucia e la rimozione della colmata e poi, a guardare le slide, vediamo che c'è altro: cementificazione, l'allargamento fuori dall'area commissariale e un intervento su Nisida».

De Magistris rinnova quindi la richiesta di «un incontro al premier» e ribadisce che non siederà «mai» in cabina di regia «fino a che non sarà disarticolata» per dare spazio a «un luogo di confronto tra istituzioni, come previsto dalla Costituzione». Una stoccata l'ex pm la riserva pure al governatore Vincenzo De Luca, che «viaggia a braccetto con Renzi»: «Lui pontiere tra me e il premier? Non penso che il sindaco di Napoli abbia bisogno di un pontiere», taglia corto de Magistris.Anche De Luca parla di Bagnoli. E non fa sconti alla giunta di Palazzo San Giacomo: «Il Comune di Napoli - dice ai microfoni di Lira Tv - contesta la nomina del commissario e ha presentato ricorso al Tar. Una decisione legittima. I giudici hanno dato torto al Comune che insiste, vuole fare ricorso al Consiglio di Stato. È legittimo. Quello che non è legittimo è alimentare la tensione e perdere la correttezza istituzionale. Questo non è accettabile, anche perché danneggia Napoli».

Per l'ex sindaco di Salerno il governo ha fatto «una scelta coraggiosa decidendo di rimuovere la colmata e di ricostruire la spiaggia.

In un qualsiasi Paese normale uno si sarebbe alzato in piedi e avrebbe ringraziato. Tranne che in Italia». Peraltro, insiste il presidente della Regione, «Renzi ha assicurato che non verranno prese decisioni sulla testa delle istituzioni democraticamente elette. Cosa deve fare di più il governo? È sconcertante». La tensione resta insomma alle stelle quando manca meno di una settimana ad un altro appuntamento cruciale: la prima riunione della conferenza dei servizi, a cui sono stati invitati circa 300 soggetti tra amministrazioni pubbliche e privati (sia società che singoli proprietari), che dovrà dare il via libera al piano per la nuova Bagnoli nell'ambito del quale è prevista la valorizzazione anche di una parte dell'isola di Nisida.

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