Riaprono le scuole, i docenti non sanno dove insegneranno

Riaprono le scuole, i docenti non sanno dove insegneranno
di Valerio Esca
Martedì 30 Agosto 2016, 10:53
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A due settimane dall'inizio della scuola è ancora caos per i docenti campani. Il 1° settembre gli insegnanti assunti in ruolo prenderanno ufficialmente servizio presso la sede assegnata, ma i problemi sono molteplici. Entro il 31 agosto infatti dunque il giorno prima andranno discusse con l'ufficio scolastico regionale circa 1200 conciliazioni. In verità i ricorsi presentati (la maggior parte della scuola primaria) sono stati circa 5mila (compresi quelli delle scuole secondarie di secondo grado), stando ai dati in possesso della Flc Cgil. Al di là dei numeri, fossero anche superiori, i sindacati prevedono che «circa il 90% sarà ricusato». A questo si aggiunge l'assegnazione della scuola. Molti docenti la maggior parte delle scuole superiori - a tre giorni dall'entrata in servizio non hanno ancora avuto comunicazione della propria destinazione. Non sanno in pratica in quale istituto insegneranno. Probabilmente tra oggi e domani sarà sanato questo gap. Un paradosso non da poco, se si considera che parliamo di docenti trasferiti attraverso la mobilità in altre sedi rispetto alla provincia di appartenenza. Chi al Nord, chi al Centro Italia, chi al Sud. «Il 31 si discuterà la mia conciliazione racconta una docente e il giorno dopo dovrò prendere servizio. Inoltre non mi hanno ancora comunicato dove insegnerò, conosco soltanto la città, cioè Roma». Insomma, l'algoritmo utilizzato dal Miur per l'assegnazione degli ambiti è stato un mezzo flop. Ci sono casi limite e anomalie palesi. C'è chi ha 200 punti in graduatoria ed è finito in Veneto, mentre chi ne ha 14 è rimasto in Campania. Addirittura qualcuno che ne ha accumulati zero è riuscito a spuntarla rispetto a quei colleghi veterani delle aule scolastiche. Ci sono poi conciliazioni da discutere per quei casi in cui non si è tenuto conto della legge 104. Come ad esempio una insegnante di Napoli, con figlio disabile, assegnata ad Avellino. Ad ogni modo, in caso di semaforo verde di parte delle conciliazioni, il ritorno in sede dell'insegnante dipenderà soltanto dai posti rimasti a disposizione. Agli altri, i più sfortunati, non resta che organizzarsi la «trasferta» lasciando i propri figli ai nonni. Altri dovranno staccarsi dai compagni, dai mariti, dalle mogli e dai fidanzati. «Noi stiamo lavorando e facendo il possibile per cominciare al meglio l'anno scolastico» spiega il direttore scolastico regionale Luisa Franzese, che incalza: «Spero oggi di avere qualche numero più preciso rispetto alle conciliazioni».

Molto duro il segretario generale Flc Cgil, Fiorella Esposito, che evidenzia: «Ci sono stati errori marchiani nel sistema, che hanno creato un caos enorme.
Aspettiamo di capire come andranno le conciliazioni e speriamo che li ministero rettifichi quei casi evidenti che riguardano i trasferimenti dei nostri docenti fuori regione. Ancora una volta sono stati calpestati i diritti degli insegnanti, trattati come numeri e non come persone». Per Norberto Gallo, del coordinamento precari Flc Cgil, si tratta di un «evidente errore del software sanabile soltanto con l'annullamento di questa mobilità». Secondo il sindacalista andrebbe in sostanza «riattivato tutto il percorso della mobilità docenti», scelta pesante dal punto di vista politico e per questo poco praticabile. «Altra strada per risolvere la questione propone il sindacalista Cgil potrebbe essere quella di aggiungere posti all'organico in Campania. Siamo sull'ordine dei 1200». Intanto i docenti, in caso di ricorso respinto, sono pronti a ricorrere al tribunale ordinario, al giudice del lavoro.
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