Giugliano in Campania. «Da 2 mesi mia mamma è prigioniera in rianimazione: basta ritardi»

Giugliano in Campania. «Da 2 mesi mia mamma è prigioniera in rianimazione: basta ritardi»
di Cristina Liguori
Mercoledì 16 Novembre 2016, 19:35 - Ultimo agg. 21:33
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Da due mesi ricoverata in ospedale. Bloccata su un lettino, vittima della burocrazia e della disorganizzazione. Malata di Sla, Carmela (nome di fantasia) non riesce a lasciare l'ospedale San  Giuliano di Giugliano per tutta una serie di motivazioni. La prima riguarda il mancato accordo tra infermieri che dovrebbero assicurarle l'assistenza domiciliare. «Mia madre è stata ricoverata il 19 settembre a seguito di problemi respiratori. Da allora è in rianimazione. Dopo i primi interventi stava bene, poi a causa della lunga permanenza in quella stanza è stata colpita da varie infezioni» ha raccontato il figlio.

Un calvario a tutti gli effetti. «Appena mia mamma stava bene ed era pronta per essere dimessa però è cominciato a sorgere il problema degli infermieri». Insomma un tira e molla. Se la donna stava bene non c'erano infermieri per assisterla a casa, ma più restava lì più c'era pericolo di infezioni continue. «Non riusciamo a farla dimettere. Siamo esausti davvero». Dall'Asl intanto, informati della  vicenda, fanno sapere: «L’ospedalizzazione domiciliare è un servizio estremamente delicato perché comporta implicazioni cliniche, umane e organizzative importanti – dice Virgina Scafarto, direttore sanitario dell’Asl Napoli 2 Nord –. Assistere un paziente complesso a casa richiede professionisti qualificati, addestramento dei familiari nella gestione di procedure invasive, adeguamento degli spazi di vita a macchinari che in ospedale sono presenti tipicamente nei reparti di rianimazione. Per questa ragione, ogni paziente richiede progetti di assistenza personalizzati che possono implicare tempi di trasferimento da una struttura ospedaliera a un’abitazione anche di diversi giorni». I familiari della donna chiedono solo comprensione e una veloce risoluzione del caso: «Mia mamma deve tornare a casa. Non riusciamo a farla dimettere per una disorganizzazione dell'ospedale. Aiutateci».
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