Una galleria, tra Napoli e Cercola, con diverse diramazioni e punti oscuri. Un cunicolo lungo e inesplorato. A cavallo di due territori ricchi di evidenze archeologiche e tesori ancora da scoprire.
Il condotto in questione veniva usato nel corso della seconda guerra mondiale come rifugio antiaereo e proprio per questo è stato ricordato nel tempo e riscoperto. Ma non è tutto: a quanto pare, infatti, questa non è una semplice galleria. Forse c’è di più. Potrebbe trattarsi infatti, di un acquedotto di epoca borbonica.
Questa ipotesi, è stata avanzata dopo un sopralluogo che alcuni cittadini hanno effettuato due anni fa con i rappresentanti della Soprintendenza Archeologica alle Belle Arti ed al Paesaggio.
«A un primo esame - è scritto nella relazione redatta al termine dell’ispezione - la prima parte della struttura più ampia e con la scala potrebbe datarsi ai primi decenni del secolo scorso, mentre la seconda, più stretta, potrebbe attribuirsi ad età borbonica».
La ricerca dal 2015 non si è mai fermata e c’è chi - come l’esploratore Angelo Visone - intende fare chiarezza: «La nostra memoria va riscoperta - afferma Visone - perché può aiutarci a capire da dove veniamo e a progettare al meglio il nostro futuro. Io ho raccolto in questi anni le memorie dei più anziani cittadini tra Napoli e Cercola e mi sono reso sempre più conto dell’importanza di questo recupero. Questo rifugio ha accolto tutti i nostri genitori e i nostri nonni, ma soprattutto se fosse realmente un acquedotto di epoca borbonica potrebbe restituirci una chiara immagine delle nostre terre in un periodo così importante per queste zone. Speriamo che si possa fare tutto il possibile e che nuove spedizioni vengano ideate e svolte per capirci ancora di più».