Saranno i successivi protocolli d'intesa che Regioni e Province Autonome dovranno sottoscrivere con la Regione Campania e le amministrazioni comunali interessate - d'intesa con il Dipartimento della Protezione civile - a rendere effettivamente operativi i gemellaggi, prevedendo specifici piani per il trasferimento e l'accoglienza della popolazione da assistere. Così come per la zona rossa del Vesuvio, anche per quella dei Campi Flegrei le diverse componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile dovranno aggiornare le rispettive pianificazioni di emergenza: per questo valgono, fatti salvi i dovuti adattamenti al territorio, le indicazioni del Capo del Dipartimento della Protezione Civile contenute nel decreto del 2 febbraio 2015, «Indicazioni, alle componenti e alle strutture operative del Servizio nazionale di protezione Civile, inerenti l'aggiornamento delle pianificazioni d'emergenza ai fini dell'evacuazione cautelativa della popolazione della Zona rossa dell'area vesuviana».
A queste si dovranno aggiungere, entro sei mesi dalla pubblicazione, le indicazioni che il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, d'intesa con la Regione Campania e sentita la Conferenza Unificata, dovrà fornire agli stessi corpi, enti e istituzioni per l'aggiornamento delle pianificazioni ai fini della salvaguardia della popolazione nella «Zona gialla».
Tale area, definita sulla base degli studi effettuati dalla comunità scientifica, individua l'area esposta a ricaduta di materiale piroclastico e comprende i comuni di Villaricca, Calvizzano, Casavatore, Melito di Napoli, Marano di Napoli - a esclusione della parte ricompresa in «Zona rossa» - Mugnano di Napoli e Napoli, anche in questo caso con l'esclusione del quartiere Ponticelli e della parte ricompresa in «Zona rossa». I territori in zona gialla, in caso di eruzione, sono maggiormente esposti a una significativa ricaduta di cenere vulcanica e di materiali piroclastici (stimata in 30 cm di accumulo); di conseguenza, sarà necessaria l'adozione di specifiche misure di salvaguardia per la popolazione presente in questa zona, con strategie operative diversificate e attuabili in maniera dinamica sul territorio al momento dell'emergenza.