Salme a terra sotto il sole
la vergogna di Napoli

Salme a terra sotto il sole la vergogna di Napoli
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 9 Settembre 2017, 15:59
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Ci mancava solo la pioggia. Un temporale estivo, che tuttavia è bastato a far danni su danni. Cominciamo dalla fine: dalla giornata di giovedì, che con la furia dell'acqua piovuta dal cielo ha devastato anche il cimitero. A Napoli nemmeno i morti possono riposare in pace. Mezza giornata di pioggia ha fatto smottare il terreno in ampie parti del cimitero di Poggioreale, facendo cedere marmi e supporti di tombe già esposte all'incuria del tempo. Nel cuore dell'area dedicata agli «uomini illustri» è così venuta giù una lapide: e allora agli addetti non è rimasto altro da fare che coprire pietosamente quella bara semiscoperchiata con un telo azzurro.
Le cifre. Ma non è solo colpa del meteo. Lo scandaloso degrado in cui versano i camposanti cittadini - a cominciare da Poggioreale - è frutto di decenni di incuria e di omissioni. Cominciamo dai numeri. Nei 13 cimiteri di Napoli lavorano 170 dipendenti: ne servirebbero almeno 600. Ma le assunzioni e i concorsi sono fermi da tempo immemorabile. Per questo le politiche delle varie amministrazioni hanno deciso di puntare sulla esternalizzazione dei servizi più importanti: manutenzione ordinaria e straordinaria sono affidati ai privati. Pensate che a sorvegliare i luoghi del riposo eterno - sempre più spesso razziati e vandalizzati - ci sono solo tre agenti della Municipale (con turni di sei ore), i quali dovrebbero controllare l'intera rete cimiteriale. Impossibile.
Il crematorio. Atteso da vent'anni, l'eterno incompiuto: il forno crematorio è sistemato in un'area che vede le sue opere appena realizzate già deteriorate. Il primo lotto, pronto, prevede oltre a tre inceneritori 300 piccoli loculi destinati alla raccolta delle ceneri. Ebbene molti di questi, già realizzati, stanno cadendo a pezzi. Lastre di marmo che cedono di giorno in giorno. Poco più in basso, un'altra opera inutile: decine e decine di luoghi di inumazione realizzati e mai utilizzati. In quest'area, che guarda sul Centro direzionale, a luglio si è sviluppato pure un incendio che ne ha compromesso ulteriormente l'accesso e l'utilizzo.

Poi c'è la querelle dei «fumi». Le cappe dell'inceneritore sono finite al centro di un ricorso che alcuni residenti di Poggioreale hanno intentato contro l'amministrazione comunale: gli sbocchi aerei delle cremazioni andrebbero a finire nelle loro case, sostengono. E non è finita. Perché, una volta entrato in funzione, anche il crematorio sarà gestito da ditte private. La legge stabilisce che le cremazioni abbiano un costo di 600 euro. Ovviamente affidare a privati il servizio significherà farà lievitare i prezzi.

Salme al sole. A due passi dalla tomba del pittore Filippo Palizzi lo stupore si trasforma in orrore. Una lapide in marmo è crollata, facendo fuoriuscire una bara rotta. Alcuni necrofori, di lì a poco, penseranno di coprire con un telo blu questo scempio. Più avanti altre bare (questa volta vuote) abbandonate in terra, in attesa dell'arrivo dei camion della ditta (ovviamente privata) che oggi si occupa dello smaltimento dei residui cimiteriali.
Le fosse «sbagliate». Trecentomila euro di lavori inutili. Lavori sbagliati e soldi gettati al vento. Il piano inferiore del cosiddetto «Quadratino orientale» resta vuoto: pur essendo destinato alla sepoltura di 400 defunti, chi ha eseguito i lavori ha preso male le misure. Proprio così, e se non ci fosse da piangere verrebbe da sorridere. Ma tant'è: e allora scopriamo che tutto resta inutilizzato dal momento che gli scavi erano stati calcolati per una lunghezza orizzontale di 150 centimetri. E dunque non c'è lo spazio materiale per inumare le salme.

Il degrado. Il resto è purtroppo storia ormai nota. Viali invasi da sterpaglie cresciute come alberi, sentieri sconnessi, buche ovunque, tombe e cappelle irriconoscibili perché avvolte in vere e proprie selve. Oppure depredate. Dove sono i giardinieri? Oggi la manutenzione dei cimiteri è affidata a Napoli Servizi. Ma, evidentemente, anche quel personale non è in grado di garantire il decoro nei tredici cimiteri cittadini.
La vertenza. Le assemblee dei dipendenti cimiteriali, indette dalla Cisl Funzione pubblica per oggi e domani (che avrebbero impedito ai napoletani di far visita ai defunti), sono rientrate dopo la convocazione delle parti sindacali da parte di Palazzo San Giacomo.

«Ma noi - spiega Agostino Anselmi, rappresentante territoriale per il settore Funzione pubblica della Cisl - non cederemo ed anzi abbiamo già proclamato assemblee e mobilitazione del personale per tutti i prossimi sabato e domenica di settembre. Siamo decisi a non cedere di fronte al degrado e alle carenze che affliggono il settore dei cimiteri. E la nostra è una battaglia che combattiamo in nome non solo dei lavoratori, ma anche dei cittadini». Anselmi punta il dito su decenni di malagestione, di decisioni sbagliate e di scelte differite. «Il settore dei dipendenti cimiteriali - insiste il segretario aziendale Cisl Fp Caterina Otranto - soffre di problemi antichi e urgenti. Concorsi e assunzioni ferme rispetto a una pianta organica che prevede 600 dipendenti. Per tre volte abbiamo richiesto, senza mai ottenerlo, un incontro con l'assessore ai Cimiteri».