«San Paolo, prato rovinato
due stagioni per recuperare»

«San Paolo, prato rovinato due stagioni per recuperare»
di Davide Cerbone
Domenica 26 Giugno 2016, 23:35 - Ultimo agg. 27 Giugno, 16:01
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Se il verdetto della vigilia era duro, quello che segue la verifica empirica è, oltre che allarmato, sdegnato. «Hanno fatto una cosa incresciosa: ci vorranno almeno due stagioni perché il terreno di gioco del Napoli torni come prima». Giovanni Castelli s’è precipitato in città ieri mattina dopo aver visto le immagini diffuse tre giorni fa dal Calcio Napoli: al centro del rettangolo verde, è rimasta l’impronta fedele - e di un inquietante color giallo - del megapalco allestito per Gigi D’Alessio. 

«Voglio venire a vedere coi miei occhi», aveva spiegato dopo esserseli stropicciati. L’agronomo della Lega Calcio di serie A atterra a Capodichino intorno alle undici e mezza e arriva al capezzale dell’ammalato verso mezzogiorno. Per tre ore, accompagnato da un rappresentante della ditta Marrone, che cura la manutenzione (non c’erano esponenti del Comune e del Calcio Napoli, ndr), scruta palmo a palmo l’erba, ne esamina le radici. Visita il campo come si farebbe con un ammalato un po’ malconcio. Poi scioglie la prognosi: «Avevo definito quelle immagini raccapriccianti, ma da vicino la situazione è ancora più impressionante. Non ho mai visto un campo conciato così dopo un solo concerto. Sul prato, a parte la grande “U” di color giallo dovuta alla mancanza di ossigenazione, ci sono profonde buche lasciate dai piloni che sorreggevano il palco e evidenti segni del transito di mezzi pesanti, credo addirittura cingoli. Insomma, hanno lavorato come se fossero non in un campo sportivo, ma in un piazzale, senza alcun rispetto per la cosa altrui. Ci sarebbe da prenderli a schiaffi, soprattutto perché con un po’ di attenzione tutto questo si poteva evitare».

Un resoconto, quello di Castelli, che collide con la versione del manager di D’Alessio. «Venerdì mattina, dopo un primo sondaggio, il nostro agronomo, lo stesso che intervenne l’anno scorso dopo il concerto di Vasco, ha confermato che non ci sono grossi problemi. Ci ha riferito di aver trovato la stessa situazione di allora, e in effetti mi sembra di rivedere lo stesso film: tante polemiche, e invece dopo quindici giorni tornò tutto a posto», ha spiegato Giampiero Tramice. La replica di Castelli è secca: «Il concerto di Vasco Rossi l’anno scorso aveva causato pochissimi danni al campo, per questo il Napoli si era un po’ tranquillizzato. Vidi il manto erboso dopo quell’esibizione e posso assicurare che le conseguenze erano pari al 5-10 per cento di quelle che ho trovato oggi».
Il tecnico della Lega tiene a precisare che non ha nulla contro la musica nelle arene del pallone: «Viva D’Alessio e viva i concerti - chiarisce -. Si tratta di una maniera di vivere gli stadi anche quando non c’è calcio. Ma bisogna farlo in maniera diversa, con la consapevolezza e il rispetto del luogo in cui si opera. Certamente non come questi disgraziati. Ho visto concerti in molti stadi, e se c’è un solo spettacolo si copre il terreno la notte prima e si smonta subito dopo l’evento: si fa tutto in un giorno, e le operazioni avvengono rigorosamente a mano».

L’esperto si dice «preoccupato per l’esordio in serie A del Napoli». Il campionato partirà il 21 agosto, ma venti giorni prima il club ha in programma al San Paolo un’amichevole coi turchi del Besiktas. «Ho sentito dire che nei prossimi giorni su quel campo si dovrebbe svolgere un torneo amatoriale con centinaia di persone. Spero vivamente che non sia vero: questo, l’ho detto anche al Calcio Napoli, darebbe un colpo mortale ad un campo già sofferente». Una buona notizia, tuttavia, c’è: «Ho esaminato le radici e sono ancora vive. Quel tipo di erba, che si chiama “Bermuda”, si adatta molto bene ai luoghi caldi ed ha una notevole capacità autorigenerativa. Se non si sottopone il prato ad ulteriori stress e si interviene da subito rimuovendo il materiale organico putrescente che si è formato sopra la parte bruciata, non dovrebbero esserci problemi a giocare la prima in casa. Quanto ci vorrà per riavere un campo accettabile? Tra i 20mila e i 60mila euro, a seconda della capacità di reazione del terreno. Per una rizollatura completa, si parla invece di almeno 150mila euro. In ogni caso - dice Castelli -, tra un paio di settimane tornerò per una nuova verifica». 

Domattina, intanto, a visitare il campo malridotto del San Paolo saranno l’agronomo incaricato dall’artista e quello del Calcio Napoli.

Ma ad una triste certezza, a quanto pare, bisogna già rassegnarsi: per riavere quel tavolo da biliardo apprezzato dai campioni della A ci vorrà tempo. «Grazie alla scelta di un’erba adeguata e ad una manutenzione più specifica, quello del San Paolo era diventato il miglior campo d’Italia. Ho sentito tanti calciatori che si dicevano contenti di giocare qui perché dovevano preoccuparsi solo del pallone. Per riavere quel campo a cinque stelle dovremo aspettare l’estate del 2018».

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