Quattro video online e una decina
le foto hot della 14enne napoletana

Quattro video online e una decina le foto hot della 14enne napoletana
di Enrico Ferrigno
Domenica 28 Maggio 2017, 14:44 - Ultimo agg. 14:46
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Sarebbero almeno 4 i video e una decina le foto hot che hanno come protagonista la quattordicenne studentessa di una scuola media di Acerra. Il dato sconcertante sarebbe emerso dai telefonini che i carabinieri - cui si sono rivolti i familiari per bloccare l'ulteriore diffusione di quei frame erotici - avrebbero passato al setaccio su disposizione del tribunale dei minorenni di Napoli. Foto e filmati sarebbero stati realizzati dalla stessa minorenne nell'arco di questi ultimi mesi e condivisi tramite WhatsApp con alcuni suoi compagni ed amici di poco più grandi. Immagini diventate in poco tempo virali e che avrebbero messo in allarme la minorenne che ha confessato tra le lacrime appena qualche giorno fa l'accaduto alla madre che ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. Nel mirino degli investigatori sarebbero finiti in principal modo cinque o sei amichetti con i quali avrebbe condiviso quel materiale pornografico e dai quali sarebbe partita quella sorta di catena di sant'Antonio mediatica che avrebbe coinvolto più di un centinaio di teenager.

Al momento non ci sarebbero indagati, anche se i carabinieri di Castelcisterna guidati dal capitano Tommaso Angeloni ed i commilitoni della stazione di Acerra con il luogotenente Vincenzo Vacchiano stanno scandagliano il web alla ricerca di quelle scene magari pubblicate su siti pornografici o social network. Le indagini sono coperte dal massimo riserbo anche se pare che finora la condivisione di quei video e di quelle foto sia avvenuto fortunatamente solo tramite WhatsApp. Dai primi rilievi, sembrerebbe che sia stata proprio la minorenne a produrre video e foto nella propria abitazione di Acerra. Frame di giochini erotici che nelle sue intenzioni sarebbero dovuti restare fra pochi e che invece sono finiti sugli smartphone di decine di ragazzini. A determinare quella diffusione probabilmente un banale litigio tra minorenni che avrebbe dato la stura alla condivisione a catena.