Scampia-Crispano, un patto lega gli omicidi
Il killer di Pistilli era vestito da donna À

Scampia-Crispano, un patto lega gli omicidi Il killer di Pistilli era vestito da donna À
di Marco Di Caterino
Martedì 13 Dicembre 2016, 00:00 - Ultimo agg. 14 Dicembre, 09:52
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Crispano. Una domenica di sangue. Due omicidi, apparentemente non collegati per «ambiente» e per la distanza chilometrica che corre tra Scampia e Crispano, ma che invece sarebbero legati a filo doppio. Il filo delle alleanze tra i clan dell’hinterland a nord di Napoli, dove la presenza dei «vecchi» scissionisti sfrattati da Scampia è più che numerosa, e chi in questi giorni tenta l’ennesima scalata al vertice criminale del quartiere delle Vele. In meno di cinque ore, le squadre della morte della camorra hanno eseguito due condanne capitali. Poco dopo l’ora di pranzo a Scampia è stato massacrato dalle raffiche di una mitraglietta Francesco Angrisani, ritenuto elemento di spicco del gruppo di via Vannella Grassi.

Cinque ore dopo, un killer solitario ha fulminato con cinque colpi esplosi con un revolver di grosso calibro Mauro Pistilli, titolare del «Beautiful», a Casapozzano – frazione di Orta di Atella - che con i suoi duemila e più metri quadrati è uno dei cinque bar più grandi d’Italia. La prima vittima aveva avuto contatti con la mala di Crispano. In particolare con quegli elementi che un tempo erano affiliati al clan Cennamo, una delle cosche più potenti del panorama criminale, decimata poi dalla faida dei carbonizzati (nove uccisi e dati alle fiamme) e dalla lunghissima detenzione al carcere duro di Antonio Cennamo, meglio noto come «Tanuccio ‘o malommo».

Nemico giurato, quest’ultimo, di Francesco Pezzella, detto «pane ‘e grano», ritenuto dalla Dda e dagli 007 antimafia il capo del clan più potente della provincia di Napoli, con collegamenti strettissimi con Scampia, ed in particolare con le piazze di spaccio dei Sette Palazzi: gestite non a caso da uno dei fratelli del luogotenente di Francesco Pezzella, stretto alleato con gli scissionisti della prima ora con i quali c’è un mutuo scambio di killer, armi, soldi e droga e soprattutto della «logistica» riferita ai laboratori per il confezionamento delle dosi di stupefacenti.

E proprio del clan Cennamo era diventato il principale referente quel Mauro Pistilli ucciso in serata a Crispano e a cui era stato affidato il compito di rinserrare le fila del clan e trovare nuove alleanze a Scampia. In particolare con quel gruppo selvaggio di via Vannella Grassi, a cui era affiliato con compiti di vertice Francesco Angrisano. Una trattativa per un’alleanza voluta dal ricostituendo clan Cennamo, non solo per contrastare «militarmente» lo strapotere della potenza di fuoco del clan Pezzella, ma per intentare una sfida economica, con l’apertura di un canale di approvvigionamento privilegiato di grandi quantità di stupefacenti, in modo tale da far crollare i prezzi correnti e impoverire le casse dei nemici storici.

Un accordo che andava più che bene anche alla cosca di via Vannella Grassi, il clan dei cosiddetti “girati” e poi ancora “rigirati”, clan decimato da vere e proprie raffiche di arresti e raffiche di fucili mitragliatori. Trovare un alleato nella immediata provincia che oltre ad acquistare la droga da loro avrebbe aperto un fronte interno nel territorio del clan Pezzella, avrebbe in prospettiva fatto rimettere in sella la galassia di via Vannella Grassi. E invece questa nuova alleanza anzi è morta, e non nel senso figurato, non appena siglata.

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