Scavi Pompei, ecco il reperto rubato
Osanna: «Ferita l'Italia» | Video

Scavi Pompei, ecco il reperto rubato Osanna: «Ferita l'Italia» | Video
Giovedì 18 Maggio 2017, 10:27 - Ultimo agg. 19 Maggio, 12:16
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Sottratta una delle quattro borchie in bronzo applicate su una riproduzione della porta di Torre Satriano, in esposizione nella Mostra "Pompei e i greci" allestita nella Palestra grande degli scavi di Pompei. Si tratta di una borchia del diametro di 7,3 centimetri, della seconda metà del VI – inizi del V sec a.C. proveniente dal Museo archeologico nazionale della Basilicata "Dinu Adamesteanu” di Potenza, il cui valore assicurativo è di 300 euro.

«La  borchia – dichiara il direttore Generale Massimo Osanna - era, come le altre tre, avvitata sul pannello espositivo e coperta da lastra trasparente di protezione pertanto la rimozione del pezzo deve aver richiesto un tempo necessario a evitare i controlli.  L'edificio, inoltre, è di giorno presidiato da personale Ales e di notte sottoposto a videosorveglianza, oltre a essere dotato di sistema di allarme. Oltre al gesto che ferisce il sito di Pompei e il patrimonio culturale italiano, pur trattandosi di un pezzo di valore non inestimabile, mi colpisce anche da un punto di vista personale trattandosi di un’area nella quale avevo condotto direttamente lo scavo».

Sul posto i carabinieri e il reparto investigazione scientifiche dell'Arma dei carabinieri  per effettuare i rilievi e le indagini del caso, oltre a visionare le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza. Anche la Direzione del Parco archeologico sta avviando tutte le indagini anche interne per risalire alle cause di tale sparizione. La mostra è attualmente chiusa al pubblico per consentire le indagini e le analisi della scientifica.

Sarà difficile risalire ai responsabili del furto nella mostra dedicata a «Pompei e i Greci», perché nella saletta che ospitava la borchia in bronzo che decorava il palazzo italico del VI secolo avanti Cristo, di Torre di Satriano (in Basilicata) non c'è videosorveglianza. Eppure, assicura l'architetto Paolo Mighetto, responsabile per la mostra, «tutto l'allestimento segue gli standard di sicurezza internazionali così come sono stati richiesti dai Musei che hanno inviato i reperti in esposizione». Quindi, gli enti prestatori dei beni archeologici in mostra, cioè il British Museum, il museo di Monaco, quello di Olimpia (in Grecia) e gli altri musei italiani, come il «Dino Adamesteanu» di Potenza (a cui appartengono le borchie del palazzo italico), e che hanno generosamente contribuito al progetto della mostra «Pompei e i Greci», hanno dato disposizioni precise sul modo in cui andavano protetti i loro reperti, «in base al valore del pezzo prestato» spiega ancora l'architetto Mighetti. Quanti visitatori si recano alla mostra? Questo non è possibile stabilirlo, perché i numeri degli Scavi di Pompei, soprattutto nel fine settimana, sono imponenti, una media di 12 mila al giorno, con picchi di 15 mila ingressi. Solo una parte, però, chiede di entrare nella Palestra Grande per il tour tra le meraviglie dei ritrovamenti che hanno rivelato quanto la cultura greca si sia imposta nelle case dei pompeiani e nel Mediterraneo. «Dobbiamo installare un contatore - afferma l'architetto Mighetti - così potremo definire il numero di turisti della mostra. Ma al momento non possiamo dire nel giorno della sottrazione del reperto quante persone siano entrate nell'area di esposizione»
 

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