Due scuole in Campania
alla marcia anti-aborto: è bufera

Due scuole in Campania alla marcia anti-aborto: è bufera
di Lorenzo Calò
Martedì 11 Ottobre 2016, 09:41
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C'era la colonna sonora di Venditti e risuonavano le note di Nek. Un doppio corteo, a Milano e a Caserta, organizzato dal comitato «No194» con il centro culturale San Paolo, il «Festival della Vita» e il «Movimento per la vita Italiano-Napoli». Portata in processione pure la foto di Madre Teresa di Calcutta, recentemente salita all'onore degli altari. Poi gli striscioni, i cori di circa duecento ragazzi e uno strascico di polemiche finite sin sul tavolo del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. Il Miur vuole vederci chiaro sulla «Marcia per la vita» di sabato scorso a Caserta tanto - informa una nota del ministero - da aver «avviato approfondimenti» sulla partecipazione degli studenti. Nel mirino sono finiti due istituti superiori, il «Ferraris» del capoluogo e l'Isiss «Foscolo» di Teano-Sparanise i cui dirigenti Antonietta Tarantino e Paolo Mesolella, sono stati già richiamati dal direttore regionale dell'Usr Luisa Franzese.

Nel plesso di Teano gli ispettori potrebbero arrivare già oggi. Al centro della vicenda le iniziative assunte dai due capi di istituto che con alcune circolari interne avrebbero addirittura imposto la partecipazione degli alunni alla manifestazione salvo poi, come nel caso del Ferraris di Caserta, fare dietrofront. «Quando è risultato evidente che la marcia aveva chiari contorni anti-abortisti - ha spiegato la preside Tarantino - ho subito revocato il provvedimento. La scuola certamente non può schierarsi né essere strumentalizzata per manifestazioni di parte. Ci avevano detto che il corteo era per la pace e per la vita, non sulla 194». Ma la frittata ormai era stata fatta, esplosa con decine di post sui social e deflagrata in Rete fino a rimbalzare nelle direzioni di altri istituti superiori del capoluogo (Mattei, Diaz e Giannone) che immediatamente hanno preso le distanze dall'evento. E così sabato scorso in piazza si sono viste sparute rappresentanze di studenti, qualche docente a titolo personale, molti giovani dei gruppi cattolici pronti a sfilare al fianco di don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano icona della lotta contro i veleni della Terra dei fuochi. «Strano l'invio degli ispettori - sibila Mesolella - a quel corteo erano presenti in tanti. Noi abbiamo manifestato per la vita, non contro l'aborto. Chi è venuto lo ha fatto liberamente: non abbiamo obbligato nessuno».

Ecco perché anche la Curia di Caserta aveva informalmente raccomandato la partecipazione all'evento, lungi dall'immaginare il vespaio che ne sarebbe scaturito. Ad alimentare la polemica, sollecitando l'intervento del ministro, ci hanno però pensato la Cgil e il coordinamento Rete degli Studenti: «La preside del Ferraris ha firmato una circolare, diffusa in tutta la scuola, in cui si fornivano agli studenti finanche le direttive per partecipare alla marcia contro l'aborto. Un fatto sconvolgente. Non solo tale circolare, poi annullata, costringeva gli studenti a presentarsi a questa marcia, ma prevedeva che in caso di assenza presentassero una giustificazione». Insomma - ribadirà più tardi Gianna Fracassi della Cgil - un conto è protestare contro una legge dello Stato, altro è «la necessità di rafforzare le iniziative volte alla conoscenza e all'educazione formativa sui temi della sessualità nelle scuole». Del resto, già a corteo in corso, era stata la stessa dirigente Usr Franzese a bollare come «inopportuna» la circolare del Ferraris: «Questo non vuol dire che dirigenti o professori non siano liberi di esprimere le proprie opinioni - il commento - Devono farlo sì, ma sempre nel rispetto delle diversità. Credo che la polemica vada comunque chiusa». Ora deciderà Viale Trastevere.
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