Napoli. Sepe ai malavitosi: «Deponete le armi». E alla Madonna: liberaci dalla camorra. In migliaia alla processione

Napoli. Sepe ai malavitosi: «Deponete le armi». E alla Madonna: liberaci dalla camorra. In migliaia alla processione
Martedì 31 Maggio 2016, 14:24 - Ultimo agg. 20:00
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«L'appello è alla conversione degli autori di questa carneficina quotidiana. Se hanno ancora un senso di dignità, umanità e religiosità cambino vita. Deponete le armi, così salvate la vostra vita e ridate dignità ad una città che non ha bisogno di morte ma vita». Così l'arcivescovo di Napoli, il card. Crescenzio Sepe, in un'intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in occasione della giornata di preghiera e digiuno per liberare Napoli dai «suoi mali, dalla prepotenza, dalla delinquenza e dall'illegalità».

La preghiera penitenziale è stata preceduta da un corteo che ha preso via alle 18 dalla chiesa di Sant'Agrippino a Forcella per arrivare alla Cattedrale. «Vogliamo sensibilizzare la gente - ha aggiunto il cardinale Sepe - su un fenomeno che sta diventando drammatico. Non c'è giorno e ora in cui non siamo costretti a vedere omicidi e violenza ovunque. La Chiesa non può restare con gli occhi chiusi davanti ad un fenomeno che si allarga sempre di più e che distrugge qualsiasi convivenza civile. Dobbiamo far capire l'enorme danno che questi violenti non solo fanno a se stessi ma anche alla comunità. La città è costretta a subire un'umiliazione continua».

«La Chiesa - ha proseguito il card. Sepe - usa le armi della preghiera, del digiuno e della penitenza ma non ci nascondiamo dietro il muro della sola preghiera. Scendiamo in campo e usciamo per le strade. Facciamo di tutto per togliere l'erba sotto i piedi alla Camorra». «Nell'evoluzione delle organizzazione malavitose - ha concluso il card. Sepe - i capi storici sono finiti in prigione o al cimitero lasciando largo spazio a ragazzi che non hanno più confini e regole. Per guadagnare spazio e occupare territorio arrivano a nefandezze incredibili. Noi scendiamo in campo perché vogliamo salvare questi giovani attraverso l'attività degli oratori, la creazione di bande musicali nelle parrocchie e il calcio. Quelle poche forze che abbiamo le mettiamo in campo per evitare che questi giovani vadano ad ingrandire l'esercito dei malavitosi». 

Un successo alla processione.
 Da Sant'Agrippino è partita la processione penitenziale diretta alla Cattedrale.
Forte la risposta della gente alla chiamata del cardinale. In migliaia hanno sfilato da Forcella per raggiungere la Cattedrale. Ad aprire la processione i vessilli delle associazioni mariane seguiti dal cardinale che porta la croce.
 «Siamo qui insieme per esprimere la voglia di riscatto e di speranza e per elevare il nostro grido di dolore per le numerose vittime, in alcuni casi innocenti, della violenza omicida, e per chiedere a quanti vivono di criminalità e camorra di pentirsi per il bene loro e di Napoli, perché il futuro non si costruisce con il sangue e con le armi, ma con il coraggio degli uomini liberi e forti». Con queste parole il cardinale Crescenzo Sepe, arcivescovo di Napoli, si è rivolto ai fedeli raccolti davanti alla chiesa di Sant'Agrippino a Forcella nel giorno di preghiera e di digiuno che lo stesso Sepe ha indetto per dire basta alla violenza e alla camorra.

Sepe ha poi affidato 
alla Madonna la città al termine della celebrazione: «Madre, libera questa nostra terra dai lacci del male, dell'odio, della camorra e della delinquenza. Fa' che possiamo spezzare le catene del male e creare un'unica catena del bene che unisca tutti nella concordia e nella ricerca della pace» ha detto Sepe. Nell'atto di affidamento, non è mancato un pensiero per le istituzioni. «Assisti - ha detto Sepe - coloro che governano le nostre città, le autorità civili, militari e quanti sono impegnati nell'ordine pubblico perché tutti possano attuare il bene comune».
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