Spari e attentati: a Torre Annunziata si scatena il clan dei figli dei carcerati

Spari e attentati: a Torre Annunziata si scatena il clan dei figli dei carcerati
di Giovanna Sorrentino
Lunedì 8 Febbraio 2016, 09:43
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TORRE ANNUNZIATA. Il rogo dell’auto della moglie di un boss. Gli spari nel quartiere elle carceri. L’ultima volta due giorni fa, ma è un continuo, anzi un crescendo. Si «allenano» sparando quelli del clan dei figli dei carcerati. Si allenano ma spesso, troppo spesso, fanno anche sul serio come in questi ultimi giorni. Le nuove leve della camorra cercano nuovi spazi o cercano di affermarsi negli spazi lasciati liberi da genitori, zii e veCchi capi finiti in carcere negli ultimi tre anni. Una autentica escalation in città. I protagonisti, giovanissimi, sono stati ribattezzati «clan dei figli dei carcerati».
 
L’ennesima sparatoria nel Quadrilatero delle carceri, in piazza dell’Annunziata, a pochi metri dalla Basilica della Madonna della Neve, terra sotto il controllo del clan Gionta. A dare l’allarme sono stati alcuni residenti della zona, quei pochi che pur abitando nei vicoli dove la droga è il pane quotidiano e la camorra detta legge, non hanno niente a che fare con quel mondo dei soldi facili e che odora di morte. Alle 3, nel cuore della notte, qualcuno si è svegliato per il rumore di una raffica di colpi di pistola: tanti spari, forse una decina. 

In una manciata di minuti il panico: quasi nessuno si è affacciato alla finestra, per paura di diventare testimone scomodo di una delle scorribande tra ragazzini. Stando alle ricostruzioni, 2 motorini avrebbero fatto irruzione nel rione delle carceri, sparando all’impazzata contro alcune persone del quartiere, probabilmente le vedette che controllano delle piazze di spaccio. Nessuna denuncia è pervenuta né al commissariato di polizia né alla caserma dei carabinieri di Torre Annunziata. Sul posto non sono stati ritrovati bossoli: le armi usate potrebbero essere state pistole a tamburo.

Poche ore dopo, in via Oplonti è andata in fiamme l’auto di una donna incensurata, M.Z, 58enne e moglie di uno dei boss del clan rivale ai Gionta, i Gallo-Cavalieri. Il veicolo, un Suv Hyundai bianco, è stato incendiato. Coinvolte nel rogo altre due automobili, di cui è rimasto solo il telaio. Su questo episodio si è in attesa della relazione dei vigili del fuoco, che determinerà la causa dell’incendio. Sul posto non sono state ritrovate tracce di materiale infiammabile, ma i carabinieri propendono per la pista dolosa.

Una guerra causata dal vuoto al comando delle holding criminali da quando sono finiti in carcere i generali e i soldati dei clan avversi, i Gionta e i Gallo-Cavalieri. I giri delle estorsioni e le piazze di spaccio sono controllate dai giovanissimi, che non hanno niente a che vedere con la camorra tradizionale. Sono minorenni o poco più che 20enni, molto più spietati, dal grilletto facile e fuori dal controllo degli adulti. I loro genitori detenuti non percepiscono più lo stipendio a causa della crisi economica che investe anche della camorra. Per questo si sentirebbero autorizzati a colpire duro anche i figli degli affiliati amici dei loro padri.
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