San Paolo in ritardo, richiamo Uefa
sprint per la Champions League

San Paolo in ritardo, richiamo Uefa sprint per la Champions League
di Davide Cerbone
Sabato 25 Giugno 2016, 09:27 - Ultimo agg. 10:59
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La telenovela è alla puntata numero chissà. Perché se il Napoli di Sarri & Higuain è da Champions, il suo palcoscenico langue, e non da oggi, in zona retrocessione. Per questo l’Uefa ha richiesto - meglio, imposto - al club una serie di interventi straordinari in grado di mettere la struttura in condizione di ospitare la competizione calcistica più prestigiosa del Vecchio Continente. Le urgenze riguardano l’impianto elettrico, i bagni, i sediolini, la copertura, gli spogliatoi e la tribuna stampa.

Ma ecco l’ultima (e forse non ultima) grana: tra delibere e gare, la burocrazia potrebbe far slittare l’inizio dei lavori di adeguamento ben oltre il tempo limite. «L’utilizzo dei 25 milioni del mutuo che il Comune ha ottenuto dal Credito sportivo è vincolato all’approvazione da parte del nuovo Consiglio comunale del Piano triennale delle opere pubbliche», conferma Ciro Borriello, assessore comunale allo Sport formalmente non ancora rinominato. «Al momento sono in panchina», scherza. Poi torna nel ruolo e aggiunge: «Considerati i tempi necessari per l’espletamento di una gara da 25 milioni e viste le condizioni stringenti imposte dalle normative, compresa quella anticorruzione, per affidamenti così significativi, si arriva ad ottobre». Cioè, a campionato e Champions ampiamente iniziati.

Così, per salvare la faccia davanti all’Olimpo del calcio europeo il Napoli ha deciso di intervenire. «Troveremo un modo per sistemare in quaranta giorni di lavori le cose più urgenti allo stadio San Paolo per non fare brutte figure all’esordio in Champions League. Troveremo il modus operandi perché il Napoli possa sistemare in quaranta giorni le parti più esposte alla vista di squadre importanti di Champions, per evitare critiche e in più per risistemare completamente la parte della tribuna che ospita i giornalisti», ha annunciato ieri intervenendo a Radio Kiss Kiss Aurelio De Laurentiis, che per tutelare il proprio interesse legittimo nei giorni scorsi si era detto pronto ad anticipare un milione. Una somma che consentirebbe di avviare subito i lavori al San Paolo.

In mattinata il patron azzurro ha incontrato a Roma il sindaco rieletto Luigi de Magistris per parlare del catino fatiscente di Fuorigrotta, che reclama decisioni definitive, capaci di archiviare la lunga fase delle soluzioni-tampone. Di superare, in poche parole, la stagione della perpetua emergenza. Il teatro napoletano che ospita lo spettacolo più popolare, quello del pallone, mostra infatti tutti i segni dell’incuria e dell’età. Tanto che gli ufficiali Uefa, valutandone le condizioni, hanno parlato di «soglie minime di sicurezza». Legata a doppio filo con l’annosa vicenda del San Paolo, pure quella dei rapporti tra Dema e Dela è una storia senza fine. Un rapporto, quello tra le controparti, che, tra schermaglie a mezzo stampa e calorose dichiarazioni di ritrovata sintonia, alterna alte e basse maree. «A giusta ragione De Laurentiis vuole iniziare a fare alcune opere nelle parti dello stadio che possiede in esclusiva: oltre al terreno di gioco, gli spogliatoi, l’area vip, l’area ospitalità, quella per la stampa, alcuni uffici.

Lavori che saranno concordati con i nostri uffici tecnici», afferma il ri-assessore in pectore Borriello. E a domanda, senza esitare, risponde: «Il rischio che il Napoli debba giocare la Champions League da un’altra parte? Non esiste. Metteremo in campo le massime sinergie affinché il Napoli possa giocare da subito in casa sia in Europa che in campionato. Anzi, già dall’amichevole del primo agosto col Besiktas». (...)

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