Sulla caldera dei Campi Flegrei
«No ad allarmismi inutili»

Sulla caldera dei Campi Flegrei «No ad allarmismi inutili»
di Oscar De Simone
Sabato 20 Maggio 2017, 15:34 - Ultimo agg. 17:55
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«I dati in nostro possesso non sono preoccuparti e non è il caso di creare inutili allarmismi. La caldera dei Campi Flegrei è tra le più monitorate al mondo e in questo momento non costituisce alcun pericolo per la cittadinanza». A dichiararlo è il ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano Stefano Carlino che insieme al dottor Giuseppe De Natale ha condotto uno studio proprio sul super vulcano dell’area flegrea, pubblicato sulla rivista Nature Communications.
 


«È giusto avere percezione del rischio - prosegue Carlino - ma non per questo lasciarsi prendere da panico immotivato. Bisogna semplicemente essere informati in modo corretto rispetto a quanto sta accadendo. Quel che ci dice questo lavoro è che dobbiamo studiare attentamente l’evoluzione della caldere specialmente in termini di sollevamento del suolo e di sismicità».

I cambiamenti più importanti, racconta il ricercatore, sono senza dubbio quelli relativi ad un arco temporale che va dal decennio degli anni 70 a quello degli anni 80. Proprio in quel periodo infatti, il terreno fu soggetto a visibili deformazioni e tutti gli studi più accreditati concordano sul fatto che fu causato da un accumulo di magma nel sottosuolo, ad una profondità stimata tra i tre ed i quattro chilometri.

«Oggi non siamo in allerta - conclude Carlino - stiamo solo cercando di capire come il sistema sta cambiando e se c’è la presenza di nuovo magma. Staremo attenti ad osservare l’evolversi del sollevamento della caldera e se questo fenomeno andrà verso una stasi. In caso contrario se dovesse esserci una nuova  accelerazione del suolo, accompagnata anche da frequenti terremoti, potremmo cominciare a preoccuparci».

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