San Giovanni a Teduccio. S'immerge e scompare nel mare dei divieti

San Giovanni a Teduccio. S'immerge e scompare nel mare dei divieti
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 25 Luglio 2016, 08:31 - Ultimo agg. 12:58
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Si è immerso in mare all'alba. Una domenica mattina d'estate come tante: come tutte quelle in cui Gennaro Marrazzo, 70 anni, considerato un esperto subacqueo, non rinunciava alla passione per la pesca. Nemmeno il fortunale in arrivo e ben visibile sulla linea dell'orizzonte lo ha indotto a tornare sui suoi passi. E così si è tuffato. Da quel momento di lui si sono perse tutte le tracce, e sono ore di disperazione quelle che adesso stanno vivendo i familiari, i primi ad aver lanciato l'allarme non vedendolo ritornare a casa per ora di pranzo. Per oltre dodici ore di Marrazzo si sono perse le tracce.
 

 

Lo specchio d'acqua nel quale si era immerso è quello che costeggia il litorale di strada Boccaperti - in località San Giovanni a Teduccio, a poche decine di metri dalle acque inquinate di Vigliena e dalla centrale elettrica - zona sicuramente poco consigliata eppure ben conosciuta al 70enne che spesso proprio da quel molo iniziava le proprie escursioni sottomarine. Nel pomeriggio, ad alimentare i timori e la disperazione dei suoi cari, il mare ha restituito le bombole di ossigeno, una pinna e il pallone di segnalamento. Dell'uomo, però, nessuna traccia. Ad allertare la Guardia Costiera di Napoli sono stati moglie e figli dell'uomo. Impensieriti dal mancato ritorno a casa, e soprattutto dopo le 13, quando il pranzo domenicale era quasi già in tavola. Hanno chiamato la Capitaneria di Porto, che ha immediatamente dispiegato un imponente dispositivo di ricerche in mare. Sono così salpate, alla volta di San Giovanni a Teduccio, due motovedette - una «classe 800» ed un battello «Alfa», particolarmente utile nelle operazioni sottocosta - e sono anche stati impiegati i sommozzatori dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera. Non solo. Per rinforzare le ricerche, da Capodichino si sono levati in volo due elicotteri: uno della Polizia di Stato e l'altro della Guardia di Finanza, per poter scrutare dall'alto tutti i tratti di mare interessati.

L'intero tratto di costa che dal Porto di Napoli si snoda verso Portici è però caratterizzato da fondali sabbiosi e torbidi. Le ricerche, che fino al tramonto non hanno dato esiti positivi, sono comunque proseguite anche di notte a bordo dei due natanti della Guardia Costiera. Ancora troppo presto fare ipotesi. Anche se, con il passare delle ore, le speranze dei soccorritori si affievoliscono. Gennaro Marrazzo, come detto, era un esperto subacqueo e un profondo conoscitore del mare, anzi meglio di quel tratto di mare nel quale è scomparso.

Che cosa può essere accaduto? Nell'attesa degli sviluppi e delle ricerche che proseguono non può escludersi nulla: un malore improvviso mentre era già sott'acqua; o l'improvviso fortunale che si è abbattuto con raffiche di vento, fulmini e cavalloni su tutta la città. Di certo le condizioni meteorologiche di ieri mattina non incoraggiavano a tuffarsi; e tantomeno ad immergersi con le bombole. Eppure Marrazzo deve essersi convinto di potercela fare. Proprio come aveva fatto tante altre volte, in quel tratto di mare. Le ricerche dei sommozzatori riprenderanno stamattina, già alle prime luci dell'alba. Intanto il presidente di Fipe-Confcommercio Campania, Salvatore Trinchillo, lancia la richiesta di convocare un «comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza delle spiagge», ispirato alle riunioni che periodicamente si tengono nelle Prefetture italiane. Trinchillo spiega che, per quanto riguarda la sicurezza sulle spiagge, «manca una cabina di regia ed esistono solo collaborazioni spontanee tra stabilimenti e agenzie specializzate o amministrazioni comunali». Troppo poco, secondo il presidente della Federazione italiana pubblici esercizi della Campania, se si considera l'affollamento delle spiagge nei mesi estivi e le crescenti esigenze di sicurezza.
 

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