Suicidio di Tiziana: «WhatsApp ora pubblichi le chat»

Suicidio di Tiziana: «WhatsApp ora pubblichi le chat»
di Marilù Musto
Giovedì 22 Settembre 2016, 15:59
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La richiesta di rendere visibili i messaggi scambiati tra Tiziana Cantone e i quattro ragazzi indagati dalla Procura di Napoli per averla diffamata è stata inoltrata al colosso della comunicazione virtuale: WhatsApp. A compilare l'istanza inoltrata alla Company a stelle e strisce, il legale difensore di uno degli indagati dalla Procura, l'avvocato Marco Martello. «Sappiamo che è difficile ottenere quei messaggi da WhatsApp- spiega il legale - ma puntiamo ugualmente ad avere una risposta ufficiale. Preme dimostrare che Tiziana ha inoltrato al mio assistito solo delle fotografie e non video, quindi la persona che rappresento non può aver materialmente eseguito l'upload che ha reso pubblico il filmato finito in rete». WhatsApp è un buco nero: un sistema che non permette di tenere in memoria, da parte del gestore, i messaggi a lungo termine.

Dalle chat private allo schermata di internet è bastato un click. Tiziana Cantone è morta suicida dieci giorni fa dopo che il suo video hard è finito sul web. Da quel momento in poi è stato un tormento. La frase pronunciata durante un rapporto è diventata virale in brevissimo tempo. Prima di uccidersi, Tiziana, già fragile dal punto di vista psicologico, aveva presentato una denuncia nei confronti dei fratelli Antonio ed Enrico I., di un altro Antonio e di Luca, contattati prima sui social - facebook e Instagram - e poi su WhatsApp. Il colosso fondato in California e rilevato da facebook, in realtà, è dotato di una chat criptata. L'introduzione della crittografia end-to-end da parte di WhatsApp permette infatti di cancellare i messaggi preesistenti al momento del backup. Quindi è possibile, se non certo, che WhatsApp non risponda affatto alla richiesta dell'avvocato Martello.

Tempo perso, dunque. Per un anno e mezzo le indagini hanno segnato il passo e Tiziana era rimasta intrappolata nello schermo del computer come in una prigione. Un gioco hard si era trasformato in un boomerang che aveva colpito la trentatreenne di Casalnuovo. Grazie al «gruppo» del canale virtuale di comunicazione, tra il dicembre del 2014 e la primavera del 2015, Tiziana avrebbe scambiato foto «in costume e in topless», aveva spiegato nella sua denuncia del 2015. Il pm Milita dovrà scegliere a breve se archiviare il procedimento per diffamazione a carico dei quattro ragazzi oppure chiedere il rinvio a giudizio.

C'è anche un'altra strada che il fascicolo napoletano potrebbe seguire: l'unificazione del procedimento con quello nato alla procura di Napoli nord. L'inchiesta del pm Rosanna Esposito è per istigazione al suicidio. Agli atti, ci sono le dichiarazioni della madre di Tiziana che punta il dito sull'ex fidanzato della figlia, l'imprenditore Sergio Di Palo perché «a lui piaceva vederla con altri uomini». I computer dell'uomo e di Tiziana sono nelle mani del perito Carmine Testa: si cerca l'indizio dell'upload che avrebbe caricato in internet il video di Tiziana.
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