Sulle dune «protette» da uno steccato tornano le gare abusive di motocross

I segni lasciati dai motocross sulle Dune di Cuma
I segni lasciati dai motocross sulle Dune di Cuma
di Elisabetta Froncillo
Domenica 15 Gennaio 2017, 12:16 - Ultimo agg. 12:22
3 Minuti di Lettura
Spiagge dorate, lunghe e profonde dove a padroneggiare sono degrado e rifiuti. Ecco Licola e i suoi sogni distrutti. La fascia costiera, che avrebbe dovuto far invidia e concorrenza alla Romagna, è nell’abbandono. Sporcizia, materiale di risulta, cassette di plastica. Non manca nulla, neanche pezzi di car- rozzeria d’auto. C’è spazzatura lun- go la fascia costiera che da Pozzuoli arriva a Giugliano. Non sono soltan- to i resti portati dal mare, ma mate- riale scaricato da mano umana. Forse trasportato qui con auto o furgoni. A guardarlo il panorama è mozzafiato: dalla distesa di sabbia lunghissima, che si staglia sul mare, fino alla verde foresta di Cuma. A separare questa dalla battigia ci sono le dune. Quelle che costeggiano le antiche spiagge romane. E qui, in questo che è un sito Sic (sito di importanza comunitaria), ancora corrono le moto da cross, in modo del tutto illegale. C’è un recinto per impedire le gare clandestine, di cui sulla sabbia restano i segni lasciati dalle gomme roventi. Nelle giornate di sole, anche d’inverno c’è gente che passeggia, ma c’è qualcuno che sembra far vedetta sulle colline sabbiose e che si imbosca al passaggio di chi sicuramente è estraneo alla zona. «Sì, qui vengono ancora a correre, ma di nascosto, perché i carabinieri hanno elevato le multe: è proibito», confermano i residenti della zona: «Arrivano all’improvviso e si sfidano correndo, facendo scommesse».
 
 


Per arginare il fenomeno delle moto da corsa, nel 2011 l’assessorato all’Ambiente della Regione recintò l’area protetta con steccati, canne di legno e filo di acciaio. Questa protezione oggi è in gran parte distrutta. Sono tanti i punti attraverso cui è facile entrare. E sono questi i varchi utilizzati dai motociclisti. Della macchia mediterranea che ricopriva le dune, resta soltanto qualche spruzzo: i battistrada la stanno lentamente distruggendo.

C’è un’associazione che si occupa da qualche anno di riqualificare almeno un tratto di spiaggia. È la Onlus «Licola mare pulito» che ha adottato un quadrato di sabbia e qui ha creato uno spazio senza barriere architettoniche per consentire ai tanti residenti di godere di un piccolo paradiso in mezzo a tanto inferno. La pulizia della spiaggia e della foresta di Cuma, di proprietà demaniale, è di competenza regionale. Il Comune di Pozzuoli ha provveduto negli ultimi quattro anni alla pulizia di tutta la fascia costiera, facendosi carico di notevoli spese per garantire un ambiente più vivibile. Ora si è arre- so, per i costi troppo alti e non più sostenibili, e ha chiesto alla Regione di intervenire, minacciando denunce in caso di mancate risposte.

Licola da sogno si è trasformata in incubo. Quello che vivono quotidianamente centinaia di abitanti, sommersi da un imbarbarimento non solo ambientale ma anche, o forse soprattutto culturale e sociale. Quello più difficile, forse, da combattere e sconfiggere.






 
© RIPRODUZIONE RISERVATA