Supervulcano dei Campi Flegrei,
l'attività eruttiva è «a singhiozzo»

Supervulcano dei Campi Flegrei, l'attività eruttiva è «a singhiozzo»
Venerdì 2 Dicembre 2016, 17:38
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Il supervulcano dei Campi Flegrei a Napoli ha un'attività eruttiva a 'singhiozzo', dalla frequenza irregolare: lo indica un modello messo a punto da Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), università di Pisa, Scuola Normale Superiore di Pisa, università di Napoli Federico II. Pubblicato sul Journal of Geophysical Research - Solid Earth, il modello ha avuto l'obiettivo di studiare la storia dei Campi Flegrei e fornire stime sul suo possibile comportamento futuro. Per cercare di prevedere il comportamento del vulcano più pericoloso d'Europa, i ricercatori hanno studiato le circa 70 eruzioni degli ultimi 15.000 anni e visto che queste si sono concentrate in tre epoche eruttive della durata di alcuni secoli o millenni, alternandosi a periodi di quiescenza durati millenni.

Spesso le eruzioni vicine nel tempo hanno formato gruppi vicini anche geograficamente, prevalentemente lungo i bordi della caldera e nella sua zona centro-orientale. L'ultima di queste eruzioni è quella di Monte Nuovo, avvenuta nel 1538, dopo oltre 3.000 anni di quiescenza, e i ricercatori sono partiti da questa per ipotizzare due scenari. «Assumendo che l'eruzione di Monte Nuovo abbia segnato l'inizio di una nuova epoca eruttiva della caldera, il modello fornisce una stima media di poco più di un secolo del tempo di attesa prima del prossimo evento calcolato da oggi, ma con una grande variabilità della stima», ha spiegato Augusto Neri, direttore della Struttura Vulcani dell'Ingv. In particolare, ha aggiunto, «il tempo di attesa può variare tra diversi anni fino ad alcune centinaia».

Viceversa, nello scenario in cui l'eruzione di Monte Nuovo non segni l'inizio di una nuova epoca eruttiva, «queste stime crescono significativamente, arrivando anche a tempi di attesa previsti per la prossima eruzione superiori al millennio».
Le stime realizzate, ha osservato l'esperto, sono di carattere statistico e basate esclusivamente sulla conoscenza della storia eruttiva del vulcano, nell'ipotesi che il suo comportamento passato sia rappresentativo di quello futuro. Sono comunque complementari alle previsioni di breve termine, che sono invece possibili con il monitoraggio del vulcano e lo studio dei processi che governano la risalita di magma nel sottosuolo. 
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