«Sveglia ogni due ore per essere
pronti alla fuga dal Vesuvio»

«Sveglia ogni due ore per essere pronti alla fuga dal Vesuvio»
di ​Rosa Palomba - Inviato
Giovedì 13 Luglio 2017, 08:53
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Ercolano. Fungo che sembra Hiroshima. Color giallo fiele. Viscoso e amaro. Fiamme che sembrano indomabili. Fumo che intossica il respiro. Il fuoco lambisce centinaia di abitazioni; passa da una parte all'altra del vulcano; sfiora sei Comuni del Parco Nazionale. Ed è subito danza della pioggia. 

Malessere e malori che spingono alcuni ad andare via dalle proprie case. Altri, vengono invece costretti a farlo da vigili del fuoco e protezione civile. Lungo le strade a ridosso dell'incendio, la gente è quasi accampata. A Torre del Greco per esempio, l'allarme è scattato nel primo pomeriggio di ieri; quando un venticello normalmente desiderato nei giorni d'estate ha soffiato come un'ulteriore minaccia. Periferia estrema della città, confine con Trecase: panini, dolcetti, frutta, bevande fredde. Occhi rossi intossicati, si mangia per strada. «Eravamo pronti per il pranzo. Poi ho sentito un ticchettio sul tetto, pensavo fosse pioggia - dice una donna del posto - E invece erano rami di pino infuocati che volteggiavano. Mentre decidevamo se andare via o restare, sono arrivati i vigili del fuoco». Così, alcune famiglie si sono precipitate in auto e sono partite, ma per fermarsi dopo appena qualche metro. «Siamo rimasti bloccati lungo la strada - aggiungono i residenti - Queste vie sono così strette che abbiamo pensato a quello che accadrebbe se ci fosse un'eruzione». Nubi dense cariche di veleni piombano sul suolo e scappare è utopia: qui una volta c'erano pinete e spazi ampi. Aree verdi espiantate, trasformate in lingue d'asfalto con tante case abusive, sembrano adesso autentiche trappole e percorsi a ostacoli anche per le camionette dei soccorritori. «Certo è un disastro - dice qualcuno - ma in tanti ora fanno i conti con la realtà: basta con il sacco edilizio e con tutti gli altri abusi che aggrediscono il territorio. Basta connivenze e assenza di controlli». La preoccupazione dei soccorritori non sono soltanto le fiamme e neanche il fumo; piuttosto, sono i grossi contenitori del gas nei giardini. 

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