Musei, Tar boccia anche Giulierini
papà del successo del Mann

Musei, Tar boccia anche Giulierini papà del successo del Mann
di Gaty Sepe
Venerdì 26 Maggio 2017, 10:42 - Ultimo agg. 19:12
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Con l'arrivo di Paolo Giulierini l'Archeologico, o meglio il Museo nazionale come lo si era sempre chiamato a Napoli, è diventato subito il Mann seguendo la tendenza, non solo italiana, di indicare i musei con acronimi e sigle. E non è solo una svolta «modaiola» soprattutto se con quelle quattro lettere si riesce immediatamente a costruire un logo, un sito Internet, delle «app», e una pagina Facebook che oggi conta oltre 18mila «mipiacisti», con cui far rimbalzare nella rete «info», «post» e foto, soprattutto foto, con le lunghe code di visitatori in fila davanti all'ingresso, perfino sotto la pioggia. Identità, modernità, comunicazione: conquistate subito con quelle quattro lettere e, certo, costruite attraverso i mesi attraverso una quantità di iniziative - anche originali, come il torneo di Subbuteo, il videogioco, il calendario del Calcio Napoli e la due giorni dedicata alla forma fisica - fino ad arrivare, a luglio scorso, alla presentazione del piano strategico fino al 2019.

A un anno dall'insediamento - nell'ottobre del 2015 - Giulierini ha già sfiorato uno dei suoi obiettivi, raggiungere i 500mila visitatori per fine mandato: il 2016, infatti, si chiude con 452.431 visitatori contro i 381.632 dell'anno precedente. Secondo i dati del ministero, dunque, con la riforma che ha insediato l'etruscologo toscano i visitatori dell'Archeologico sono cresciuti del 29,1 per cento, 102mila unità in più rispetto al 2014. Il museo di via Foria è stato anche il primo, tra le nuove strutture rese autonome dalle Sovrintendenze e quindi alle prese con i primi bilanci autonomi, ad autofinanziarsi senza alcun contributo del Mibact grazie ai prestiti - è il maggior prestatore al mondo dal 2006 ad oggi sono stati movimentati ben 5054 «pezzi» - e ai due milioni di euro di incassi di biglietteria. Soltanto nel 2016 il Mann ha partecipato a 30 mostre all'estero portando in giro 1500 opere, provenienti in gran parte dai magazzini e quindi non sottratti all'esposizione, che hanno incassato un milione di euro. «I numeri sono importanti perché generano risorse che non piovono dall'alto, sono un tesoretto con cui produrre ricerche e valorizzazione» spiegava lo stesso Giulierini qualche tempo fa in occasione della presentazione di una delle ultime mostre.

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