Blitz nello studio di un tatuatore
a Napoli è allarme salute

Blitz nello studio di un tatuatore a Napoli è allarme salute
di Daniela De Crescenzo
Mercoledì 29 Giugno 2016, 12:19
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Inchiostri scaduti nello studio di un tatuatore: i carabinieri della stazione di Capodimonte li hanno scovati nel corso di una serie di controlli svolti insieme a personale dell'A.s.l.-Napoli 1. In un laboratorio per tatuaggi su viale Farnese è emerso che alcuni flaconi utilizzati dall'operatore, un 38enne napoletano, erano scaduti, in alcuni casi anche da due o tre anni. Il materiale è stato sequestrato anche per evitare possibili danno ai futuri utenti e l'uomo è stato denunciato. Le indagini proseguono anche per capire se emergono altre irregolarità. E non sono le prime: in passato sono stati anche chiusi alcuni laboratori e negli ultimi mesi i controlli, tra Napoli e Provincia, si sono intensificati.

In una città dove si susseguono le sparatorie e le rapine non sono certo merce rara, la notizia sembra non destinata a suscitare né clamore né preoccupazione. E invece no. La pratica del tatuaggio è sempre più diffusa, basti pensare che a maggio alla Mostra d'Oltremare all' International Tattoo Fest 2016 sono arrivati trecento operatori e diecimila visitatori: una folla.

Ma le regole non sempre sono rispettate e soprattutto tra i giovani gli avventurieri del tattoo sono diventati una specie diffusa e pericolosissima: chi a voglia di risparmiare si affida ad operatori improvvisati. Oggi è possibile comprare un appuntamento in studio anche attraverso i siti di offerte che propongono tutto dalla cena alla visita medica, a prezzi scontati.

Ma chi sceglie il risparmio ad ogni coso rischia grosso. Le conseguenze di un tatuaggio mal fatto, infatti, sono diverse e tutte estremamente fastidiose. Non a caso sul tema è stata varata già nel 2008 una direttiva europea che fornisce norme precise sulla composizione ed etichettatura dei prodotti usati nei tatuaggi e nel trucco permanente; sulla valutazione del rischio delle sostanze impiegate per la composizione di tatuaggi prima dell'immissione in commercio; sulle condizioni igieniche adatte all'applicazione di tatuaggi; sull'obbligo di divulgazione dei rischi sulla salute.

Il pericolo più diffuso è quello di una reazione allergica. Gli inchiostri per i tatuaggi, soprattutto quello rosso, possono causare eruzioni cutanee e prurito. E la reazione può verificarsi anche diversi anni dopo il tatuaggio. Da non sottovalutare ovviamente anche il rischio di infezioni con conseguenti rossori, gonfiori, dolore e pus. Non è finita. A volte intorno al tatuaggio si formano piccoli rigonfiamenti, detti granulomi. Ma la minaccia da temere più di ogni altra è quella delle patologie infettive: se l'attrezzatura è contaminata da sangue infetto, si rischia di ammalarsi di epatite B o C, tetano e addirittura di HIV.

Quindi igiene, ma non solo. L'inchiostro è l'elemento forse più pericoloso perché i produttori non sono obbligati a riportare gli elementi costituenti, ma solo la scadenza. Eppure ad ogni puntura, e per fare un tatuaggio se ne fanno migliaia, l'apparecchiatura inietta minuscole gocce d'inchiostro sottopelle. Se questo contiene sostanze scadute sono guai. Per evitare problemi, concordano gli esperti, bisogna scegliere bene lo studio a cui affidarsi ricordando che i tatuatore deve sempre indossare i guanti, utilizzare un'attrezzatura adatta e sterilizzata, estrarre l'ago e i tubicini da un pacchetto sigillato.