Tav di Afragola, ordinanza
di chiusura per bar e parcheggio

Tav di Afragola, ordinanza di chiusura per bar e parcheggio
di ​Marco Di Caterino
Sabato 24 Giugno 2017, 00:05 - Ultimo agg. 11:45
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Afragola. Lo scandalo della stazione Tav di Afragola: si allunga l’elenco delle disfunzioni, dei «buchi neri» nella documentazione sul collaudo e l’agibilità, del silenzio su che cosa è sepolto sotto l’ampio parcheggio Ovest e dello stesso silenzio sulla bonifica, se c’è stata, di 6mila tonnellate di rifiuti. E ancora non si trova il documento di dissequestro della discarica, quella che oggi è il parcheggio Ovest, messo sotto sequestro 10 anni fa dalla Procura di Napoli, che all’epoca, quando la stazione Tav era solo una spianata di cemento, fece scattare le manette per nove trafficanti di rifiuti speciali pericolosi. Oggi la black list si è arricchita con la notizia che il progetto originale della stazione ideata dall’archistar Zaha Hadid non è mai stato consegnato all’ufficio tecnico del Comune di Afragola, impedendo in questo modo controlli e verifiche sulla corrispondenza dei lavori e di eventuali. Uno scandalo che si allarga a macchia d’olio e che potrebbe portare al sequestro della struttura. 
 

Per quanto riguarda le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Domenico Airoma e dal pm Giovanni Corona, ai quali Francesco Greco, procuratore capo della Procura di Napoli Nord, ha affidato il fascicolo, c’è da registrare l’accesso dei carabinieri nell’ufficio tecnico del comune di Afragola. I militari hanno iniziato l’intervento di prima mattina e si è protratto fino al pomeriggio. Cosa abbiano visionato e quale documentazione abbiano acquisito non è dato sapere, per lo stretto riserbo che circonda questa inchiesta davvero difficile. E in procura, negli uffici dei due pm, sono stati ascoltati altre persone, tra tecnici Rfi e quelli del comune di Afragola, informate sui fatti. Al momento la Procura di Napoli Nord ha aperto un fascicolo – già diventato un paio di robusti faldoni – solo per reati di gestione illecita di rifiuti e omessa bonifica. Ma la sensazione è che dopo l’acquisizione dei primi documenti, i magistrati stiano valutando anche altre ipotesi. 
 
 


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