Teatro San Carlo, avanti con le prove:
nuovo restauro per il sipario | Video

Teatro San Carlo, avanti con le prove: nuovo restauro per il sipario | Video
di Donatella Longobardi
Giovedì 17 Novembre 2016, 09:18 - Ultimo agg. 11:22
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«L'entità dello strappo non è grave, si è scollata una parte di un vecchio restauro, non sarà difficile ripararlo». Dalla Soprintendenza alle Belle Arti arriva un messaggio tranquillizzante sulle sorti del sipario storico dipinto dal Mancinelli, trovato danneggiato al San Carlo dopo che nella notte tra domenica e lunedì è caduta molta acqua dall'impianto antincendio, entrato in funzione per un guasto che ha provocato l'allagamento del palcoscenico. Ieri mattina in teatro un tecnico inviato dal soprintendente Garella, Roberto Middione, ha ispezionato la preziosa tela del 1854 raffigurante un ideale Parnaso con al centro Virgilio, Dante e Omero. E ha stabilito che si è staccato un rattoppo realizzato almeno una ventina d'anni fa, una cosiddetta velinatura alla giapponese. Un tipo di restauro molto datato che non avrebbe ceduto per i getti d'acqua ma forse per i guasti causati dal tempo. Il sipario, inoltre, non veniva utilizzato dallo scorso 17 settembre. 

 



Se ne saprà di più nei prossimi giorni, non appena arriverà la relazione del professor Middione che ha esaminato da vicino il dipinto con l'ausilio dei responsabili degli allestimenti scenici, Ciro Tammaro e Pasqualino Marino. Entrambi da lunedì hanno lasciato il teatro solo per pochissime ore di riposo pur di far fronte all'emergenza causata dal guasto all'impianto di spegnimento incendi. Anche se nessuna vigilanza è stata aumentata o modificata rispetto alla notte dell'incidente. Il teatro, d'altronde, è una casa, o un po' di più per chi al San Carlo lavora con passione da anni. E poi un teatro come il San Carlo è certamente un'altra cosa, con il suo carico di storia, di tradizioni, di memorie uniche. Un teatro che, nonostante i problemi, va avanti. Dietro le quinte, nelle sale prova, centinaia di musicisti, coristi, ballerini lavorano come d'abitudine in preparazione di nuovi appuntamenti pubblici, quegli eventi che sono solo la punta dell'iceberg di una attività frenetica, che non si ferma mai e pochi conoscono.

Sul palco l'unica cosa ancora un po' bagnata è il tappeto che il premio Oscar Dante Ferretti ha voluto sistemare sotto un grande tavolo al centro della sua scena per l'Otello di Rossini che il 30 novembre inaugurerà la stagione con la regia di Amos Gitai. Uno spettacolo molto atteso che è anche al centro delle attenzioni di tutto lo staff sancarliano che, però, contemporaneamente si dedica alle più svariate attività. Lo si vede chiaramente da un breve viaggio dentro il teatro realizzato a poco più di quarantott'ore dall'incidente all'impianto antincendio. «Tutti sono al loro posto, il teatro non si è mai fermato, mai è stato cambiato un ordine del giorno», afferma la sovrintendente Rosanna Purchia, anche lei più che mai presente in sede per rispondere alle esigenze del momento. Ieri mattina ha accolto la visita dell'esperto inviato dal Soprintendente, poi si sta interessando delle ispezioni ai motori sistemati al di sotto del tavolato del palcoscenico che potrebbero avere avuto danni dalle infiltrazioni d'acqua. Al momento, comunque, il conto dei danni non è stato fatto. «Ma speriamo sia tutto a posto con poco dice la Purchia - Anche per ricucire lo strappo al Mancinelli non dovrebbe essere prevista la spesa di una grande cifra, ma credo dobbiamo pensare a mettere in cantiere per i prossimi mesi un restauro complessivo dell'opera che non viene effettuato da anni».

Per questo primo intervento, comunque, la Soprintendenza alle Belle Arti ha assicurato piena collaborazione in modo da fornire al più presto possibile tutte le autorizzazioni necessarie all'intervento. Ed eccolo il Mancinelli. Teso sulla sua intelaiatura sistemato sotto la graticcia del teatro a più di 30 metri d'altezza, l'equivalente di quattro piani di un palazzo. Da lontano lo squarcio neppure si nota. Sopra la graticcia, ancora qualche metro più in alto, sono sistemati gli augelli dai quali l'altra notte è uscita l'acqua. «A spruzzo, nebulizzata, non a pioggia, altrimenti sì che sarebbe stato un disastro», precisano dietro le quinte.