Terra dei fuochi, 33 milioni ​per la lotta ai tumori

Terra dei fuochi, 33 milioni per la lotta ai tumori
di Ettore Mautone
Domenica 26 Giugno 2016, 12:48 - Ultimo agg. 16:05
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Per i veleni di Terra dei fuochi c'è un antidoto, un piano sanitario cucito su misura per più di un milione e mezzo di abitanti che risiedono nel popoloso e sterminato territorio che si estende in 90 Comuni delle province di Caserta e Napoli (Asl Na 1, Na 2 nord, Na 3 sud e Caserta) interessate da fenomeni di inquinamento ambientale. L'area metropolitana è coinvolta con 5 quartieri (Fuorigrotta-Bagnoli, Soccavo-Pianura, Chiaiano-Piscinola, San Giovanni-Barra e Miano-Secondigliano) dove maggiore è l'incidenza del rischio di tumori e più acuto il disagio sociale. Una strategia d'intervento inedita per estirpare un male esteso: 33 milioni nel piatto da spendere per rafforzare l'offerta e l'adesione di programmi di screening oncologici da sempre al palo e garantire interventi clinici a tappeto senza alcun ticket o compartecipazione a carico dei cittadini. Un programma, quello messo a punto dalla Regione, in linea con quanto previsto nel Piano di Prevenzione 2014-2018 finora inattuato.

Decine di centri medici territoriali e periferici saranno potenziati per definire percorsi di diagnosi e cura in grado di accompagnare per mano i cittadini e indirizzarli, in caso di necessità, nei centri clinici e chirurgici di eccellenza. A cominciare dal Pascale e le due Università, per finire alle aziende ospedaliere provinciali di alta specializzazione. Un Piano per scovare in fase precoce tumori e altre malattie a elevato impatto sociale. I medici di famiglia e i pediatri di base le figure individuate come porta di accesso alle cure sul territorio anche con compiti educativi della popolazione a rischio e di valutazione dei fattori ereditari e di esposizione agli inquinanti, protagonisti di azioni d'informazione e comunicazione che mirano a incidere su abitudini dannose (fumo, alcol, sedentarietà) e stili alimentari errati (obesità e diabete) che al pari dei veleni ingoiati dalla terra e diffusi nell'aria sono fattori di rischio importanti per le malattie tumorali e non. A fare da cornice ci sono i registri tumori, da anni a bagnomaria nella palude della burocrazia e che ora dovranno scaldare i motori per procedere a tappe forzate a rilevamenti epidemiologici minuziosi e puntuali per tracciare una mappa dettagliata dei casi clinici e stabilire una volta per tutte quanti e quali casi di cancro si verificano ogni anno e così incrociare anomalie e picchi di patologia con lo studio delle cause ambientali e familiari, ovvero legate alle abitudini di vita su cui intervenire in maniera mirata e puntuale. Per ciò che concerne l'oncologia pediatrica sarà potenziata la sorveglianza epidemiologica, anche attraverso il registro tumori e malformazioni congenite con un occhio di riguardo alla anomala abortività delle donne e alla infertilità delle coppie, efficaci spie ambientali.

Rafforzamento dei programmi di screening oncologico, attuazione di percorsi diagnostico-terapeutici per le patologie tumorali, sorveglianza della Salute respiratoria e cardiovascolare, percorsi per l'infarto miocardico, percorso nascita e tutela della salute riproduttiva, monitoraggio dello stato di salute della popolazione gli obiettivi specifici del piano cui fanno da spalla l'integrazione tra sanità pubblica e accreditata riguardo alle dotazioni tecnologiche, formazione, comunicazione e connessione con le associazioni di pazienti sul territorio. L'intero Piano dovrà realizzarsi entro il 31 dicembre 2017 ma già dal prossimo luglio è prevista la diffusione dei protocolli clinici condivisi, entro novembre ci sarà il via agli screening di mammella, utero e colon-retto, con l'indicazione dei centri di II e III livello per ciascuna Asl e la riorganizzazione dei centri di III livello della rete oncologica. La verifica intermedia è fissata a fine dicembre 2016, quella finale il 31 dicembre del 2017. Intanto gli ospedali dovranno potenziare le attività diagnostiche, Pet-Tac, Radioterapia e di terapia metabolica razionalizzando l'offerta sul territorio per terapie appropriate e personalizzate in grado di dare immediata risposta all'esigenza dei pazienti nell'intento di abbattere le liste di attesa e tirare il freno alla mobilità passiva.
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