Terra dei fuochi, scoperte
altre 35 fabbriche inquinanti

Terra dei fuochi, scoperte altre 35 fabbriche inquinanti
di Marco Di Caterino
Sabato 3 Dicembre 2016, 10:38 - Ultimo agg. 14:16
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GIUGLIANO. I controlli dei carabinieri nella Terra dei fuochi. Ottantatré persone denunciate e una arrestata in flagranza per incendio di plastiche e altri rifiuti tossici. Sequestrate o sospese 35 aziende inquinanti, alcune delle quali impiegavano lavoratori in nero. E poi controllati con da un elicottero tra Acerra e Caivano i terreni agricoli ancora sotto sequestro, perché contaminati a livello 5 ( il massimo nella scala Arpac) e sui quali è stato imposto dalla magistratura il divieto di coltivazione. Anche questa volta lo screening di controllo dei militari del comando provinciale di Napoli, ha evidenziato ed accertato che, in quel cancro ambientale che è la Terra dei Fuochi, ci sono ancora tante, troppe metastasi alimentate da attività produttive illegali e dal comportamento criminale di chi ancora sversa rifiuti nelle campagne e liquidi inquinati e tossici direttamente nelle fogne. I reati contestati vanno dallo smaltimento illecito di rifiuti alla emissione non autorizzata di fumi in atmosfera, dallo sfruttamento del lavoro nero e clandestino alla violazione della normativa in materia igiene sui luoghi di lavoro, dall'abusivismo edilizio alla mancanza di sicurezza per i lavoratori.

I carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno verificato attività produttive quali attività tessili, aziende di abbigliamento, autolavaggi, carrozzerie, depositi di carburante, e anche il comparto dell'allevamento e quello agroalimentare. Come a Giugliano e Qualiano. Nel primo caso i militari hanno controllato un'azienda zootecnica di 56.000 metri con 400 capi di bestiame. Non esistevano i registri di carico e scarico dei medicinali per gli animali e del letame smaltiti chissà come. In più il titolare non aveva rimosso quattro tettoie di cemento-amianto delle stallem di circa 400 metri quadri. Nel secondo caso, i carabinieri hanno sorpreso un imprenditore agricolo che irrigava i suoi terreni, utilizzando un pozzo a ridosso di un'area sequestrata per presenza di rifiuti speciali.

Le manette sono scattate a Cicciano dove i militari hanno sorpreso un contadino di 72 anni a incendiare rifiuti vegetali e di plastica tra i campi coltivati. Una decina i laboratori per la confezione di capi di abbigliamento e lo stesso numero per quelli del settore della calzature. In tutti i casi, i militari hanno accertato la presenza di lavoratori in nero e clandestini, e l'assoluta mancanza dei registri per lo smaltimento di quei rifiuti che vengono regolarmente dati alle fiamme. Come ha accertato l'altro giorno la procura di Napoli nord che a sede ad Aversa, con l'arresto di sei persone che gestivano la raccolta porta a porta degli scarti di lavorazione, il trasporto in una discarica abusiva che di notte si trasformava in una fornace a cielo aperto. I dati dei carabinieri sono allarmanti.

Nei 92 comuni della provincia di Napoli, capoluogo compreso, solo il dieci per cento, (circa nove) è risultato indenne da fenomeni di inquinamento grave. Nei tre ultimi controlli, il 17 ottobre, il due novembre e quello attuato ieri, sono state sequestrate 269 tra aziende e opifici che inquinavano, mentre sono stati denunciati alla magistratura per reati ambientali e impiego della manodopera clandestina e abusivismo edilizio 145 persone. Il cancro della Terra dei Fuochi non è ancora in remissione.
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